Orgasmopedia

Una ricerca francese ha riaperto la polemica sull’esistenza del Punto G, iniziata qualche settimana fa dall’inglese Journal of Sexual Medicine che ne negava l’esistenza.

Gli studiosi francesi smentiscono lo studio inglese e affermano, senza ombra di dubbio, che la speciale zona erogena femminile c’è.

Devo ammettere di essere molto sollevata della conclusione dei medici d’oltralpe.
Nei giorni in cui il punto G non esisteva sono stata molto meno soddisfatta a letto.

Come promesso (e con il mio epico ritardo) ho finito le pagine dei contatti e della biografia. Fatene buon uso.

Esercizi di memoria

“Così per noi anche l’ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso di pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell’offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell’offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l’anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti, e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.”

La tregua, Primo Levi.

Il mio piccolo sforzo per ricordare.

L’abito nuovo

Nonostante la disinvoltura con cui cambio spesso lavoro, amanti, città e identità, la grafica di Malafemmena era rimasta immutata dal lontano 2004.

Un po’ per immonda pigrizia, un po’ perché terribilmente affezionata alle pareti vecchie e bianche di un posto che è sempre stato rifugio e buen retiro, ho procrastinato il cambio del fu template di splinderiana memoria oltre il limite della decenza.

La scorsa estate avevo deciso che era ora di dare una rinfrescata a tutto l’ambiente, modernizzando la baracca e adeguandola alla mia crescita (ovviamente non anagrafica), e avevo contattato il paziente e bravo Novecento, affinché provvedesse ai restauri in tempi ragionevoli.

Il cantiere, avviato con grande entusiasmo, a causa della mia celeberrima accidia ha invece assunto subito i contorni di una delle grandi opere all’italiana, rischiando di diventare irrealizzabile come un ponte sullo stretto.

La sterzata emotiva che mi ha investita nelle ultime settimane mi ha, però, riportata sulla retta via decisionista e sono fiera di presentarvi la nuova casa della Dottoressa Dania.

Ci sono ancora molte cose da fare, pareti da tinteggiare, infissi da cambiare e stanze da arredare: quindi, cari amici, abbiate pazienza, almeno quanta ne ha avuta il buon Novecento, che ricorderò sempre nelle mie preghiere.


SSP: Scuola di Specializzazione per Precari

Mi chiamo Carolina Crisi e sono la migliore allieva della Scuola di Specializzazione per Precari.
Ho studiato e lavorato sodo per ottenere questo titolo e sono stata scelta tra centinaia di migliaia di studenti.

La SSP, istituto statale fondato nel 2003, è un’officina che prepara alla vita, un luogo creativo dove i giovani imparano a incanalare energie, speranze e ambizioni nella ricerca dell’occupazione precaria perfetta.
La SSP forma i migliori professionisti del precariato: ragazzi colti e preparati, capaci di adeguarsi a qualsiasi somministrazione lavorativa. Lavoratori poliedrici, liquidi, felici di sacrificare competenze e titoli nel nome della flessibilità.
La SSP collabora con le migliori aziende del Paese, che offrono agli studenti tante possibilità professionali, preferibilmente senza futili e farraginose tutele sindacali e senza noiose, anacronistiche e vincolanti scartoffie contrattuali.

Ho 34 anni, una laurea in Scienze Politiche, un Master in Relazioni Internazionali e parlo correttamente 3 lingue. Nel mio curriculum posso vantare 31 contratti di prestazione occasionale, 16 co.pro, 4 apprendistati e 7 collaborazioni in nero.

Palmiro Fossa, anni 29, aveva detenuto il titolo di migliore per due anni, prima di me. Faceva lo stagista da 18 mesi presso un’agenzia di comunicazione, con un rimborso spese di 160 euro e un buono pasto da 3 euro per giornata lavorativa di 10 ore.
Era il nostro eroe.
Si è poi scoperto che suo padre era stato compagno di scuola di un noto politico locale e stava combinando per lui l’assunzione in Comune, a tempo indeterminato, con concorso ad hoc, ed è stato allontanato dalla Scuola, tra la delusione generale.

Marco Crespi, laurea e dottorato in biologia, contratto a progetto di 6 mesi presso un call center outbound, in un momento di sconforto stava per gettare al vento tutti i traguardi raggiunti accettando un posto da ricercatore negli Stati Uniti.
È stato merito mio convincerlo a restare a vivere con i suoi genitori.
A 31 anni, divide felicemente la cameretta con il fratello diciannovenne e tutte le domeniche mangia le tagliatelle fatte in casa dalla nonna.

I miei genitori, pensionati che hanno lavorato tutta la vita nella stessa azienda, sono molto orgogliosi della formazione che ho ricevuto alla SSP. Sanno che cambiare lavoro ogni tre mesi mi mantiene giovane, mi evita il peso di una gravidanza (con tutta la sua atroce scia di chili di troppo e smagliature) e mi permette di conoscere gente nuova. Sono inoltre contenti che non riceverò mai una pensione, perché loro si annoiano molto a non lavorare e sperano che a me non accada mai.

Vorrei, nel futuro, evolvermi e diventare la precaria perfetta, rinunciando definitivamente a vantaggi superflui, come contributi previdenziali e assicurazione sugli infortuni.
La mia più grande ambizione sarebbe riuscire presto a essere così brava da rinunciare anche alla paga.

Perché, per il precario perfetto, il lavoro è un privilegio che non ha prezzo.


Questo post risponde, in zona cesarini, all’appello del grande Zop per il nuovo gioCOCOnCOrso “VITE DA PRECARI tra creatività e follia“. Le informazioni sul concorso e sui racconti inviati le trovate tutte qui.
Buon divertimento precario (finché dura)!

Donne con le torte

compleanno2010

Oggi aggiungo un anno in più a quelli sui quali mentire quando mi chiedono l’età.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri e quelli che me li faranno dopo aver letto questo promemoria.

Se proprio non riusciste a trattenervi dal volermi fare un regalo, nella colonna alla vostra sinistra trovate un simpatico bottone per le donazioni PayPal (email: malafemmena@gmail.com).

Perché, nonostante la crisi, bisognerà pur santificare le feste!

Foto di Dadevoti.