Desideravo scrivere un pezzo sul bel fine settimana genovese al ViadelCamp, un post che raccontasse come il mezzo fosse diventato un fine, come sia piacevole andare a un incontro che ha il solo scopo di riunire le persone, senza sponsor, discorsi sul marketing, conferenze non-conferenze, relazioni, lavagne e proiettori.
Poi ieri sera sono rientrata a casa tardi e ho mangiato la focaccia che avevamo preso nel pomeriggio ed ero molto stanca e ho pensato che avrei potuto pensare a cosa scrivere e scriverlo il giorno dopo, perché dovevo provare a dormire almeno sette ore.
Stamattina sono tornata a lavoro e, nei momenti di pausa in cui mi dicevo che avrei dovuto scrivere di quello che avevamo vissuto, sincronicamente eravamo in centinaia a continuare a viverlo, a dirci come stai, hai riposato, com’è andato il viaggio, mi dispiace esserci parlati così poco, avrei voluto esserci, quanta pioggia, non male il pranzo, hai visto le foto, hai sentito, dimmi dimmi. Tutti dal proprio posto, ma tutti nello stesso posto.
E mi sono accorta che io non so raccontare questa sincronia, non so raccontare com’è vivere una cosa che è qui, ma anche altrove, non so dire com’è vivere in un mondo all’ennesima potenza.
Stasera c’erano le formiche in casa. Avevano infestato tutta la scodella della pappa del gatto e il balcone. Quindi ho pensato che sarebbe stato meglio sterminarle invece di continuare a provare a dire una cosa che non so dire.
Allora ho passato la serata a spruzzare veleno per formiche e si è fatta già ora di andare a dormire e mi sono detta che ormai è troppo tardi per scrivere cose difficili da scrivere, come che non potrei più fare a meno di queste relazioni sociali infinite.
Per questo la smetto qui e ringrazio tutte le persone che hanno vissuto con me questi splendidi due giorni e chi ha organizzato il bell’incontro, nella speranza che ce ne siano ancora e ancora.
Prima di pubblicarlo, ho riletto questo post e ho capito che il veleno per formiche può fare davvero molto male.
Me ne scuso.
Tu devi essere una di quelle persone che si ficcano dentro il cuore senza fare un rumore.
come un paletto di frassino.
ahhahahahahahaha XD
“avrei voluto esserci”, ma non è male anche fare lo spettatore e leggere questi post
Un veleno da sballo: ne è venuta fuori una poesia, Dania!
Ora mi commuovo e non posso neppure dare più la colpa agli ormoni della gravidanza.
dopo il discorso di napolitano sara’ distribuito gratis a pioggia amaro braulio sul pubblico pagante.
Secondo me il veleno per formiche te lo sei pippato
ci ho preso con la pioggia!
so meglio di bernacca!:D
sei venuta a ge mentre io ero a pd! c’est paradossal!!!
Che bello, tesora…grazie :-*
Grazie a te Mitì. A voi. È stata davvero una bella giornata e ne avevo bisogno (anche se devo ancora digerire)
al posto del veleno usa il borotalco
(ne metti un filo dove camminano e dove entrano)
Ecco un altro post che dice cose che penso e che non riesco a dire. Io ho un post tra le bozze che ormai rimarrà lì.
Vero. Hai scritto una poesia.
E che entri nel cuore in silenzio o come un paletto di frassino, l’importante è che tu abbia sterminato le formiche.
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Elena
Sai dirlo.
Prova ad addormentarti con un libro di coelho, non penserai più alle formiche.
Ogni volta che penso alle formiche mi viene in mente La formica argentina di Calvino.
A me Adam and the ant
A me, Z la formica…
Mi hai commossa. Vedi l’effetto Zena, poi, che combina?:o) (Talco mentolato contro le formiche, efficacissimo!)
Genova è come una Napoli del nord, con la focaccia al posto della pizza.
Io ho appreso di quest’iniziativa dal tuo blog!
Sara