La crisi del settimo anno

Ogni sera mi siedo sul divano, con il mio vecchio Vaio stanco sulle gambe, e mi dico che devo aggiornare il blog e ogni sera mi perdo tra frasi che sono più belle pensate che scritte, tra social network che sembrano più affascinanti delle lente pagine di questo diario e tra la grande nostalgia del vecchio mista all’enorme voglia di nuovo.

Se continua così, dovrò iniziare a fare terapia di coppia con Malafemmena.

Comunicazione di disservizio

Il numero del cellulare del blog Malafemmena non è più attivo.

Sembra che se non ricarichi un cellulare per più di un anno, anche se hai ancora credito residuo, la tua scheda perda validità. Quindi quel numero, dopo tanti anni, aneddoti divertenti, grandi sorprese e qualche fastidio, ci ha lasciati per sempre.

Se sei mio amico e hai solo il numero 3296361769, cancellalo e chiedimi pure il numero ufficiale.
Se non ci conosciamo e avevi quel numero in rubrica solo per chiamare ogni tanto anonimamente e ansimare al telefono, non ti resta che un giro nelle toilette di qualche autogrill.

Restano validi email, account skype e la telepatia.

La goccia e i vasi che traboccano

Sono sempre stata una persona civile.

Pago quello che mi spetta, non infrango mai il codice della strada, faccio il biglietto sui mezzi pubblici, rispetto le code, arrivo in ufficio puntuale e resto oltre il mio orario di lavoro se c’è bisogno di me, non disturbo i vicini di casa, lascio il posto agli anziani in treno, do sempre indicazioni stradali a chi le chiede, mi rivolgo a tutti gli sconosciuti dando del lei, sono cortese con i colleghi e i collaboratori, sono disponibile con gli amici, insisto sempre per pagare io la cena, tranne quando mi invitano per portarmi a letto, rispetto la diversità, tollero le stravaganze, dispenso buoni consigli.

E succede sempre che qualche furbo pretenda da me più soldi del dovuto, qualche stronzo mi tagli la strada, treni e autobus offrano servizi penosamente scadenti, la gente mi superi nelle code, la mia richiesta di aumento venga ignorata come un refolo di vento, i vicini frantumino i coglioni, i vecchi non ringrazino mai, la gente mi ignori quando ho bisogno di indicazioni, si rivolgano a me con toni maleducati, gli amici abbiamo sempre impegni quando ho bisogno di loro, la generosità non venga ricambiata, gli altri siano insofferenti alle mie eccentricità.

Mi sono sempre detta che facevo tutto per sentirmi bene con me stessa, che l’educazione serviva più a me che agli altri, ma in questi giorni stanchi di traslochi faticosi, debiti con le banche, stipendi miseri, pendolarismo molesto, artigiani che pretendono soldi dopo aver fatto lavori scadenti, amministratori condominiali ignoranti, concittadini nervosi e cafoni, lavoro che arranca e, soprattutto, la donna che pulisce le scale del nuovo condominio che alle 7 della mattina mi chiede 35 euro di integrazione della sua paga in nero per presunte pulizie extra, ho deciso che mi concederò, come tanti altri fanno, il lusso dell’inciviltà.

Da oggi manderò tutti a fanculo.

Potrebbe essere la volta buona che faccio soldi e carriera.