Mi hanno detto che sono brava nelle intersezioni, nel capire, analizzare, vivisezionare gli incroci.
Sono brava nell’io-e-te, io-e-ilmondo, te-e-ilmondosenzadime, e in tutto quello che c’è in mezzo, che faccia bene o male.
Non riesco però a concentrarmi sull’insieme non intersecato, su me stessa senza mondo, me stessa senza te, me stessa senza gli altri, il mondo senza me.
Parlo sempre di me e qualcosa, parlo con me e qualcosa, mai con me e basta, con qualcosa e basta.
Do molta importanza agli eventi singoli, come se le cose cambiassero davvero perché avevo scelto l’abito giusto, perché ho usato quella parola e non un’altra, perché ho detto no invece di sì. E non mi perdono gli errori, perché ci sono sempre errori quando non sei felice, c’è sempre qualcosa che avresti dovuto fare diversamente, anche se non avrebbe cambiato le cose, per niente, perché non sei solo tu, ma non importa, perché tu pensi che poteva essere tutto diverso e poi aspetti un altro evento, una rivelazione, un sorriso, una telefonata, un’email che non arriva, un incontro casuale, un paio di occhi nuovi, una nuova intersezione.
Sono bravissima nelle intersezioni e poco con me stessa e per questo non passa mai nulla, per questo i mesi non cancellano, ma trascinano.
Sono bravissima nelle intersezioni e a volte provo a pensare che tutto va come deve andare, che posso essere anche senza te e mondo, che da sola, dentro e fuori, ha tutto un senso.
Poi inciampo in tanti mondi-senza-te e mi interseco ancora e provo a immaginare come sarebbe se e inizio a vivisezionare altri incroci e penso, penso e ripenso e poi a volte mi viene fame e mangio in piedi davanti al frigo e mi sorrido perché ho fretta di vivere, nonostante tutto.