Ricominciare a camminare

Mi sono accorta di camminare sempre dallo stesso lato della strada. Seguo lo stesso percorso, calpesto lo stesso marciapiede, svolto negli stessi angoli, sfioro gli stessi muri.

Lo stesso lato della strada mi fa sentire protetta, mi dà fiducia, mi rilassa. Le abitudini mi salvano dal disordine dei miei desideri, dal caos dei bisogni, dal dolore sottile delle scelte azzardate.

L’altro giorno ho cambiato lato. Ho attraversato la strada per camminare nell’altro punto di vista. C’erano negozi che non avevo mai notato e bar e macchine parcheggiate e portoni grossi di legno e alberi sofferenti e persone.

Era bello, l’altro lato della strada, e diverso, insolito. Era una piccola novità che mi ha messo allegria. Era il nuovo imprevisto.

Alla fine sono arrivata nello stesso identico punto in cui arrivo con la strada vecchia. Ma ci sono arrivata diversamente. E anche io mi sentivo diversa.

In questi giorni faccio fatica ad attraversare la strada. Sono pigra e spaventata e indecisa e insicura e perplessa.

Basterebbe un altro punto di vista per stare bene. Attendere che il semaforo diventi verde, mettere una gamba dietro l’altra, raggiungere l’altra sponda e ricominciare a camminare.

Buonanotte

Domani vado a Roma.

Dicono che pioverà.

Indosserò le scarpe basse e una giacchetta a righe e un fiore tra i capelli e gli occhiali da sole. Gli occhiali da sole anche con la pioggia.

Domani, prima di salire sul treno, farò colazione con una di quelle brioche alla crema che mangiamo sempre e diciamo, ogni volta, nessuna colazione vale la pena di essere consumata se non ha queste brioche.

So cosa farò domani e sono serena. Poi sarà di nuovo un altro domani e dovrò inventarmi nuove cose.

Forse è meglio che vada a dormire.

Buonanotte.

Te l’avevo detto

C’è qualcosa di diverso nell’aria. È frizzante, è insistente, è penetrante.

Non riesco a stare ferma e mi muovo e non faccio le cose che dovrei fare e mi muovo velocemente e perdo tempo.

Io sono bravissima a perdere tempo. La più brava. Se mi restituissero tutto il tempo che ho perso, potrei vivere un’altra vita.

Domani, venerdì 14 settembre, alle 18.30, sarò alla Feltrinelli di Corso Buenos Aires (Mi) a presentare il libro. Con me, anche Francesca Senette.

Domenica 16, alle 16.45, sarò al Vintage Festival di Padova, a parlare di tacchi.

La prossima settimana scendo a Roma.

Poi mi inventerò un lavoro, ti porterò a cena fuori, ti impedirò di bere, ti racconterò le cose belle e tu dirai te l’avevo detto.

 

Facendo finta di niente

Le storie che finiscono prima ancora di iniziare lasciano l’amaro in bocca.
Come quando ti servono il tuo piatto preferito e c’è troppo sale, come quando ti rubano il parcheggio, come quando arrivi tardi a una festa e i tuoi amici hanno già brindato.

Stamattina dovevo svegliarmi a New York. Era un viaggio che sognavo da tantissimo. Sai quando ti prepari nei dettagli, studi le mappe, chiedi consigli, consulti google, leggi libri? Poi non sono potuta partire. Il mio biglietto non l’ha usato nessuno. Era di quelli che non potevi rimborsare. Mi sono immaginata l’aereo in volo con il mio posto vuoto. Si può provare nostalgia per un luogo che non hai mai visto?

In questi giorni parlo con tantissime persone. Mi sembra di dire sempre le cose sbagliate. Come se fossi capitata per caso in un posto in cui non dovrei essere. Come se fossi arrivata a spettacolo iniziato.

Ieri ho fatto un viaggio in macchina con gli amici. Quelli veri, a cui racconti le cose. Siamo stati in silenzio. È bello stare con qualcuno senza provare pudore per il silenzio, senza riempire i vuoti con tante parole.

Questa domenica mi sono svegliata presto per andare in palestra. Poi prenderò un treno e leggerò un libro bello. Poi mi chiuderò nella mia casa con le pareti rosse per capire un po’ di cose.

Poi ritornerò a fare le cose che faccio, senza pormi troppe domande, senza fermarmi, senza abbassare lo sguardo, facendo finta di niente.

Promesso

In questi giorni pioveva. C’erano molte più di 50 sfumature di grigio. Era grigio il cielo, grigio l’asfalto, le pareti, i marciapiedi, i visi, l’umore.

Poi ha smesso. Ho indossato un abito leggero per far prendere aria all’abbronzature che va via. Non volevo farmi rubare la fine dell’estate.

Ho pensato a molte cose, molte cose inutili. Lo sapevi che il correttore per le occhiaie va steso dopo il fondotinta? E che solo le anguille femmina sono capitoni? E che è uscito il nuovo libro di Etgar Keret?

Sto cercando lavoro. Nel frattempo leggo, leggo, leggo, guardo film, parlo, leggo, cammino e, a volte scrivo.

Qui è tutto da fare.

Domani mattina metto la sveglia presto. Promesso.

Chanel smile

Da tanto tempo penso che il web sia uno dei posti migliori dove vivere.

In questi giorni un po’ particolari ne ho avuto la conferma.

Tutto è partito da questa foto postata su Facebook.

Poco dopo, sono seguite queste:

e tante altre ancora. Sono tutte qui.

Mi hanno fatto molto sorridere. Secondo me, anche Chanel si sta divertendo.

Se avete comprato il libro e volete regalarmi uno Chanel smile, potete caricare la foto sulla pagina di Via Chanel n.5.

Vado a bere un bicchiere di vino.

Buona domenica a tutti.