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Coco sta tornando

Sono partita, poi rientrata e poi sparita.
Eppure avrei tanto, tantissimo da dire, da raccontare, da commentare.
Il blog sarà uno dei progetti che tornerò presto a seguire, intanto segnatevi la data del 12 novembre: in libreria ed ebook uscirà il mio nuovo romanzo.

Quando ormai pensavo che fosse una storia definitivamente archiviata (come tante storie d’amore nella vita), Rebecca Bruni è tornata a bussare alla mia porta e a chiedermi di fare pace.

Così è nato Natale da Chanel, terzo e ultimo episodio della vita della nostra Coco.

Perché nessuno racconta mai quello che succede nelle favole dopo il “vissero felici e contenti”…

Natale da Chanel
Natale da Chanel

Tutta colpa di Chanel

Sono una sbadata.

Mi ero dimenticata di dirvi che da più di un mese trovate in libreria e in ebook Tutta colpa di Chanel, con questa bellissima copertina.

Tutta colpa di Chanel

Il libro è la raccolta dei primi due romanzi su Rebecca Bruni (Via Chanel n.5 e I love Chanel), una specie di ripassone per chi si forse perso le avventure della nostra Coco made in Italy. E per tutti quelli che me l’hanno chiesto, no, non è un romanzo nuovo. Non ancora.

Che significa ? Vuoi forse dire che hai cambiato idea e stai pensando a…?

Chissà! Magari a Natale potreste trovare una sorpresa in libreria.

Intanto godetevi ‘sta ventata di buon profumo. E buone vacanze!

Il prossimo anno voglio essere felice

Non piacerebbe anche a te, certe mattine, che una voce fuori campo riassumesse il tuo passato come prima dei telefilm quando “nelle puntate precedenti…”?

Avevo voglia di raccontare, come ormai faccio da dieci anni, e di condividere gli ultimi dodici mesi, ma mi rendo conto che quest’anno ho fatto già tantissimi bilanci che ho vissuto un capodanno ogni trimestre. Ogni cambiamento è stato un inizio: i viaggi, gli addii, i successi e gli insuccessi, il lavoro perso, gli amici ritrovati.
Stamattina ho la sensazione che non sia l’ultimo giorno di qualcosa, ma l’ennesimo giorno meraviglioso e complicato di questo reality che si chiama vita.
Gli anni meno faticosi passano più in fretta. Il 2013 è stato forse un periodo di transizione. Sto meglio, molto meglio, rispetto a un paio di anni fa in cui tutto è andato a pezzi ed era impossibile anche solo alzarsi la mattina.

Ho lavorato poco. Il 2012 avevo guadagnato la metà esatta dell’anno precedente e quest’anno ancora un terzo in meno. Molto di quello che ho guadagnato non mi è stato ancora pagato. Vivo di prestiti, risparmi e speranza e, se non fossi così incosciente, se avessi una famiglia, dei figli da mantenere o anche solo un’automobile, se non fossi pronta ad arrangiarmi, sarebbe molto più drammatico. Ma siamo quasi tutti su questo barcone sgangherato e ci facciamo forza e sappiamo che qualcosa prima o poi cambierà. E se è vero che non sempre abbiamo fatto abbastanza per lavorare di più e meglio, spesso abbiamo dato il massimo senza avere un ritorno.

I giorni che non ho lavorato, ho scritto. Tanti articoli, tante lettere, un romanzo nuovo e un romanzo breve che ho amato molto, ma i lettori meno. Poi mi sono presa una pausa. Per cambiare. Perché questi libri che ho pubblicato non sono io. Non sono Daniela. E forse non sono nemmeno tanto Dania. Sono piena di storie, ma storie diverse, linguaggi differenti, personaggi che mi somigliano molto di più, che dicono parolacce, che viaggiano in seconda classe, che indossano anfibi e vanno a fare la spesa al mercato.
Allora ho deciso che basta, che voglio scrivere una storia mia.
Quindi niente terzo capitolo della saga Chanel, niente glamour, niente amore.
E pensavo che sarebbe stato tutto più facile, invece è un casino e ho la testa che esplode e la pagina bianca davanti agli occhi che è come una ferita sanguinante.
Il tempo che passa, ormai, è scandito solo dalla persistenza delle mie pagine vuote. Fa male.

Prima o poi anche i libri mi verranno pagati (i diritti arrivano con molta calma) e inizierò a vivere questo tempo china sulla tastiera come un vero lavoro. Forse allora sarò più motivata, forse le parole usciranno più in fretta e più disciplinate. O forse no.

Ho viaggiato, non quanto vorrei, ma ho preso gli aerei giusti e ho passato dei giorni di tale serenità che mi sono chiesta perché non averlo fatto prima, sorvolare l’Oceano, riunire la famiglia, visitare i posti che ho sempre desiderato, mangiare tutto, ma proprio tutto quello che mi va.

Certi mesi mi sono scivolati addosso, perché non c’era niente da conquistare, altri sono stati delle battaglie, infinite.

L’amore è stata la cosa più complicata (non è sempre così?). Due passi avanti, uno indietro, addii, ritorni, promesse e lacrime, baci lunghissimi, fughe, parole scritte e tante parole non dette, canzoni, film, accuse, dichiarazioni. Colpi di scena.

È stato come avere di nuovo vent’anni, vivere le relazioni alla giornata, non sapere se domani sarà ancora tutto bello, avere il terrore di progettare insieme.
Ormai siamo arrivati fin qui, non possiamo tornare indietro, non possiamo buttare tutto, ce lo siamo guadagnato, conserviamolo, proteggiamolo.

È stato un anno disordinato, che mi ha insegnato che gli altri non possono sempre diventare alibi per la nostra negligenza, che se vogliamo cambiare, dobbiamo farlo e basta, noi da soli, perché tutti possono cambiare. Mi ha insegnato che c’è sempre una seconda occasione e, se non dovesse esserci, ci sarà un‘altra occasione, diversa ma non meno importante. Mi ha insegnato che le persone belle devi tenertele strette, a costo di superare la pigrizia e l’egoismo e la paura, perché il tempo passa e cancella tutto e l’unica cosa che conserverai per sempre sono i compagni di viaggio. Mi ha insegnato che i soldi e il successo e l’apparenza e la bellezza possono essere importanti, ma non a costo di non riconoscerti più, di modificare i tuoi sogni; che tra un mese dimenticherai la tua ospitata in TV, ma ricorderai per sempre le serate a ridere con gli amici, la coda lunghissima per  salire in cima a un grattacielo per guardare il tramonto, le canzoni urlate durante un concerto in uno stadio pieno di gente.

Mi ha insegnato che non c’è un arrivo, che la strada è infinita, che possiamo fare una sosta, per stanchezza, per rabbia, per pigrizia, ma poi dobbiamo rimetterci in viaggio, noi che siamo i nomadi del nostro destino.

Il prossimo anno voglio essere felice.
È un proposito folle, credete che non lo sappia?
Ma voglio metterci pazzia nel futuro.
Voglio scrivere il mio romanzo, voglio stare solo con le persone belle e tenere tutti gli altri a distanza, i gatti e le volpi, i falsi, gli approfittatori, le galline tutte tette e sorrisi e niente cervello, gli insicuri che ti succhiano il sangue, gli invidiosi. Voglio viaggiare di più, ma molto di più, voglio guadagnare abbastanza da poter tirare il fiato, voglio dire no a tutte le cose che non mi piacciono, le serate con i dress code, i finti amici, i locali con la lista all’ingresso, le cene in cui “voglio parlarti di un lavoro” e invece è solo marpionamento, le comparsate che chissenefrega, le foto fatte solo per dire io c’ero, le competizioni non richieste, gli insulti gratuiti di troll e stalker, quelli che “non ti fai mai sentire” e non ti chiamano mai.
Voglio stare con te, non solo il prossimo anno, ma tutta la vita, a costo di inseguirti e poi fuggire, di cambiare e poi tornare indietro.
E poi dormire un anno intero senza prendere sonniferi e mangiare senza sensi di colpa e sorridere solo se ne ho veramente voglia e non avere sempre l’ansia spaventosa di perdere tutto.

Voglio arrivare a fine anno e dire che meraviglia! Hai visto che non era impossibile? Che ce la potevo fare?
E se non ce la dovessi fare, poi ci sarà l’anno successivo e quello dopo ancora.
Non ci fermiamo mai.
Non voglio fermarmi mai. Ho le scarpe giuste, il fiato allenato, la borsa leggera e la colonna sonora perfetta.

BUON ANNO NUOVO.

Qualche appunto

Il mio umore sale e scende e scende e sale e non mi dà tregua. Per fortuna è arrivata l’estate e le gambe nude e i sandali.

Sembra che il 4 luglio uscirà il mio nuovo libro. Secondo me, vale la pena fare un giro in libreria. Secondo me.

C’è una mia intervista su IoDonna che vi segnalo con piacere per un solo motivo: il concorso per vincere una fornitura di scarpe di un anno. UN. ANNO. DI. SCARPE. GRATIS. Ecco, ve l’ho detto.

Ho deciso di smettere di essere sempre a dieta. Adesso voglio far ingrassare tutto il resto del mondo, per non sentirmi in colpa.

Ho già pagato le tasse e la cosa non mi ha reso felice.

Domani vado a prendere il sole sul tetto della mia palestra, nell’attesa che a Milano costruiscano il mare.

Sono sopravvissuta e vado a Cannes

Avevo finito, in tempo per la scadenza.

Felice, cantavo ad alta voce scuotendo il sederone come Beyoncé.

Mentre rileggevo, prima di spedire all’editore, a meno dieci pagine dalla fine, un bug ha trasformato tutte le parole in asterischi. Tutte. Asterischi. No parole, non più. Asterischi. Nonostante avessi salvato, non tornava indietro. Asterischi. Ho chiamato amici, santi, madonne, parenti. Ho passato una notte terribile. Ho preso tranquillanti, ho rischiato che lui mi legasse al letto. PANICO. Ho recuperato con calma un backup di qualche giorno prima. Ho spiegato all’editore. Ho scritto giorno e notte. A due giorni dalla scadenza, ho riconsegnato.

Adesso mi sento come dopo una raffica di ceffoni, quando finalmente puoi sciacquarti la faccia e stendere un po’ di Cera di Cupra lenitiva.

Grazie a Maurizio, Giulia, Claudio, Daniela, Michela, Valeria, Elisabetta.

Stasera parto per il Festival di Cannes. Vado a fare l’inviata per Magnum (quella dei gelati buonissimi). Quattro giorni in cui spero di farmi notare da qualche regista che mi dice vieni via con me.

Vi filmo e racconto tutto.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma la prossima volta, un backup ogni due ore.

Chanel smile

Da tanto tempo penso che il web sia uno dei posti migliori dove vivere.

In questi giorni un po’ particolari ne ho avuto la conferma.

Tutto è partito da questa foto postata su Facebook.

Poco dopo, sono seguite queste:

e tante altre ancora. Sono tutte qui.

Mi hanno fatto molto sorridere. Secondo me, anche Chanel si sta divertendo.

Se avete comprato il libro e volete regalarmi uno Chanel smile, potete caricare la foto sulla pagina di Via Chanel n.5.

Vado a bere un bicchiere di vino.

Buona domenica a tutti.