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La pausa (gustosa) del raccontastorie

Raccontare storie è un mestiere bellissimo, forse uno dei più belli, perché ti permette di inventare mondi, di cambiare i finali, di mettere in bocca ai personaggi le parole sempre giuste.
Per riuscire a raccontare delle belle storie devi aver vissuto tanta vita, tante vite. Non necessariamente in prima persona, ma attraverso i libri letti, i viaggi fatti, i racconti ascoltati, i film visti al cinema.
Uno dei lussi più grandi della professione di scrittore è quello di poter passare pomeriggi interi a leggere o a guardare serie TV con la scusa che lo stai facendo “per lavoro”.
Prima di iniziare a scrivere un libro nuovo, mi chiudevo in casa e mi tuffavo in un episodio dopo l’altro, una stagione dopo l’altra, con così poche tregue che a volte sognavo zombie, draghi, corti di giustizia americane, tutto insieme, tutto vivido come se io fossi stata lì. Poi passavo un mese o due in ritiro, a scrivere scrivere scrivere, quasi sempre di notte, senza mettere piede fuori casa, parlare con essere umano, pettinarmi i capelli.
Da quando c’è il piccolo in casa, i telefilm e i libri rubano preziose ore al sonno e, non potendo più dedicare le ore della notte a produrre, ritaglio momenti preziosi per scribacchiare ovunque, a qualsiasi ora, non appena ne ho la possibilità.
Prendo note e appunti dove posso, per non rischiare di perdere qualche idea preziosa, faccio scalette, griglie, riassunti. Segno sul calendario quante pagine al giorno dovrei riuscire a scrivere per rispettare le scadenze.
E come sempre, ogni volta che sono davanti allo schermo mi viene fame. Sgranocchio, spizzico, sbocconcello, mangiucchio.
I pranzi diventano spuntini e gli spuntini pranzi, con il piatto sempre accanto alla tastiera.
Usare il cervello fa consumare un sacco di energia!
Per questo motivo mi sono specializzata in piatti gustosi e veloci che possono essere preparati in non più di cinque minuti.
Uno dei mie grandi classici da lavoro è l’Omelette dello scrittore.

Per prepararla occorrono:

2 uova medie
2 fette di speck
2 fette sottili Bayernland
Parmigiano q.b.
Un pizzico di sale
Erba cipollina
Olio evo

Ingredienti omelette

Bisogna amalgamare insieme le uova, il parmigiano, il sale e l’erba cipollina sminuzzata. Il tutto va disposto in una padella antiaderente in cui è stato fatto scaldare l’olio. Una volta che la frittata è asciutta da un lato, bisogna girarla e poi disporre su una metà le due fette di speck e una fetta sottile di formaggio. Basta poi chiudere l’omelette a panino e lasciare cuocere ancora un po’, decorando con un’altra fetta sottile lasciata fondere.
In pochi minuti è pronta e si può servire con pomodori, insalata o solo con pane.

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Buon appetito!
Con la pancia piena si producono i più grandi capolavori.

*Post in collaborazione con Bayernland Italia

Stay Fit, gnam gnam: involtini di salmone per restare in forma

Le feste sono ormai passate da un mese, ma il loro ricordo resta indelebile con noi, nella nostra memoria e, soprattutto, sui fianchi.
Negli anni passati, vittima dei sensi di colpa, riuscivo a smaltire in fretta gli eccessi natalizi, rintanandomi in palestra a sovrallenarmi durante la pausa pranzo (scelta strategica) ed eliminando qualsiasi possibile tentazione dalla dispensa di casa. Facevo sparire tutto, con una precisione maniacale, lasciando il campo libero solo a deprimenti pugni di riso e pallidi petti di pollo. Cercavo di lenire la fame con l’aria e la buona volontà. A volte, il frigo era così vuoto che dovevo mandare una spedizione di speleologi a cercare qualche residuo di cibo.
La dieta di privazioni e sudore funzionava.
Per qualche settimana.
Poi alla prima occasione, un compleanno, un aperitivo, una visita di mia madre, una cena di lavoro, una pizza con gli amici, un pacco di biscotti lasciato aperto da un ospite di passaggio, ogni buona intenzione andava a farsi benedire, la casa tornava a riempirsi di cibo e l’ago della bilancia a salire.

Con la maternità è cambiato tutto.
Nonostante bagordi e abbuffate, non sono ingrassata, (avete idea di quante calorie fa bruciare un pupetto di 11 chili che non vuole saperne di gattonare e chiede di essere trasportato sempre in braccio?) e soprattutto non ho nessuna intenzione di privarmi del cibo nel periodo in cui devo già privarmi del sonno perché Alessandro sta mettendo i dentini e di notte non dorme.

Devo comunque depurarmi, certo, ma il mio dopo le feste è fatto di cibo buono e leggero, nella giusta misura e da cucinare velocemente (perché il tempo è diventato il mio bene più prezioso). Oltre a un’attività fisica moderata e mirata, senza strafare, e possibilmente intervallata da qualche sonnellino.
O più di un sonnellino.

Una delle ricette che ripeto spesso e che mi dà più soddisfazione, in questi giorni, è quella degli involtini sfiziosi di salmone.
Facilissima da realizzare, può essere un pranzo veloce, uno spuntino gustoso o un ottimo aperitivo.
Per prepararli occorrono:

150 grammi di salmone affumicato a fettine
100 grammi di Alpigiana Bayernland
50 grammi di yogurt intero
100 grammi di pane di segale
Aneto fresco
Erba cipollina
1-2 cucchiaio di olio evo
Sale
Pepe in grani

Ingredienti rotolini salmone

Amalgama insieme l’Alpigiana con lo yogurt, l’erba cipollina e l’aneto tritati, pepe e sale e disponi il composto sulle fette distese di salmone. Affetta a listarelle sottilissime e lunghe il pane e aggiungine un paio di pezzetti al centro di ogni fetta di salmone, per tutta la lunghezza. Arrotola e metti gli involtini in frigo per almeno un’ora.
Prima di servire, taglia le fette grandi in cilindri di 4 o 5 centimetri e aggiungi l’olio.

Rotolini di salmone

Il pranzo è servito!
Non sono buonissimi?

(L’importante è non fare come me, che riesco a finirli prima ancora di metterli in frigo).

*Post in collaborazione con Bayernland.