Nuovamente pendolare

Vorrei che i responsabili della gestione delle Ferrovie dello Stato fossero colti da un malore, fulmineo e insopportabile, la mattina appena svegli; che l’ambulanza arrivasse in ritardo, già strapiena e sporca; che fossero caricati in piedi, aggrappati ai finestrini e viaggiassero, in direzione dell’ospedale, a passo d’uomo, nonostante la strada libera. Vorrei che l’ambulanza si fermasse a 500 metri dall’ospedale, inspiegabilmente, per lunghi quarti d’ora, e che fossero costretti a rimanere a bordo fino all’apertura delle porte, esattamente davanti al portone d’ingresso. Vorrei che fossero caricati su un barella rivestita di tessuto impregnato di unto decennale; che fossero messi in fila, dietro decine di barelle, in un corridoio puzzolente con luci al neon e polvere; che, quasi vicini alla porta del medico, un inserviente chiedesse loro di pagare un biglietto e di tornare indietro, a piedi, all’ingresso, per farsi apporre un timbro e poi rifare tutta la fila. Vorrei che giunto, finalmente, il loro turno, sudati, con una temperatura tropicale e senza aria condizionata, perdessero la coincidenza col medico per soli tre minuti e che, accasciati ormai sul pavimento lurido, schivando sacchi e scatoloni, senza più speranza, un’infermiera dalla voce metallica sussurrasse placidamente loro: Ci scusiamo per il disagio.

29 commenti su “Nuovamente pendolare”

  1. una volta Ci univa l’odio contro il Fascismo, ma i treni arrivavano in orario

    oggi Ci unisce l’odio, forse più viscerale, per Trenitalia, ma il Governo è…

    no niente… scusa

  2. La cosa veramente irritante è che, in due settimane di pendolarismo (solo 10 giorni lavorativi), io abbia avuto disagi ogni giorno. E quando il treno arriva in orario ti chiedi come mai.

  3. Oh come hai ragione!!! Lo penso anch’io ogni volta!
    Magari il vodoo collettivo funziona meglio del mio solitorio.
    Cmq, “ricordiamo ai signori passeggeri che è severamente vietato oltrepassare la linea gialla in attesa del treno”.

  4. no, il treno in orario è un trucco: è il treno di un’ora prima con un’ora perfetta di ritardo.
    o quello del giorno prima.

  5. Io ho viaggiato per un anno sulla linea Mortara-Milano, quella che ha vinto la classifica dei treni più scassati ed in perenne ritardo.
    Una media di 50 minuti per fare 35 kilometri,vagoni sporchi e freddi d’inverno e roventi d’estate, pieni zeppi di extracomunitari e studenti che piazzano puntualmente le loro luride scarpe da tennis sui sedili.
    Non ho mai amato cosi tanto la mia automobile e lunghe colonne per arrivare sino alle porte di Milano !!

  6. Ho iniziato a fare la pendolare alla fine del ’96, il primo anno di università, prima di trasferirmi a Venezia. 13 anni dopo, i treni da Padova a Venezia ci mettono, da tabellone, 10 o 15 minuti in più per fare lo stesso tragitto. Ferrovie dello Stato ha deciso di dare priorità agli ES e di creare ancora più disagio alle migliaia di pendolari che ogni mattina viaggiano per il Nordest. Io auguro loro ogni male possibile.

  7. E io aggiungo anche questa cosa, che non c’entra niente con questo argomento.
    Dopo aver scoperto l’ estate scorsa l’ esistenza di Dania ed averla letta per mesi, dopo aver visto tutti i suoi video ed averli diffusi ai miei migliori amici Lombardi, dopo aver gustato le bellissime registrazioni di Dania e L’architetto ed aver scoperto che le sue doti di blogger provengono dall’ indiscutibile fantasia che anima ogni Napoletano,
    Io Federico Torchio, 40 enne di orgini Lombardo Venete, vorrei proprio conoscere questa simpatica personaggia di cui sono diventato concittadino.
    Come se pò fà ???? :-)

  8. Basterebbe che gli fosse ritirata la patente e siano costretti a prendere un locale ogni mattina per raggiungere il posto di lavoro… credo che un paio di mesi bastino.
    Ah… per uno strano disguido devono pagare di tasca loro e scoprire che scompaiono misteriosamente i treni regionali lasciando il posto a quelli veloci che ora ci mettono più tempo ad arrivare… (la linea Milano-Pesaro è così. Stesso tempo dei vecchi regionali e biglietto triplicato).

  9. da un lato si fanno si disfano le pavimentazioni nella stazione di Venezia, si spendono soldi per la metropolitana di superficie, per l’alta velocità,
    dall’altro vedi che i tempi medi di percorrenza della linea Bassano-VE rispetto al 1933 si sono alzati ..
    K.

  10. Grazie Federico. Scrivimi un’email, così ci diamo un appuntamento (non chiamare, non scrivere altri commenti, non scrivere in bacheca di FB… basta un’email ;-))

  11. Ok Dania, ma dove lo trovo il tuo indirizzo e-mail ?
    Forse è meglio se ti mando un sms ?
    Fammi sapere, grazie ! 😉

  12. beh non serve che gli auguri niente a questi di trenitalia se andassero nel 95% degli ospedali pubblici italiani troverebbero la situazione da te descritta…..purtroppo loro coi nostri soldi ingiustamente percepiti in un ospedale pubblico non ci andranno mai.

    NB:
    hahahahah ma che caruccio federico ! dai che je la fai!:DDD facce sape“““““““`

  13. Federico, sulla colonna sinistra c’è raffigurata una busta da lettere. Se ci clicchi sopra, trovi il mio indirizzo email. Non è difficile, su :)

  14. Per il disastro della Mortara-Milano è difficile trovare parole, ormai è persino difficile definirla una ferrovia. Gli ultimi dieci giorni, per le migliaia di pendolari vigevanesi e lomellini, sono stati l’ennesimo calvario. L’ultima forma di protesta è un’idea lanciata dal Comitato Pendolari: filmare i disagi: «Il comitato cerca storie sulla Milano-Mortara da inserire in un video documentario – si legge in un comunicato – Aneddoti, esperienze, avventure sulla “Freccia delle risaie”. Chi fosse interessato può scrivere una mail a pendolari.linea.mimo@tiscali.it lasciando i propri recapitati per poter essere contattato. Possiamo partire da qui per iniziare a fare “indagine” sulla mobilità e produrre elementi – certo minimi e parziali – per “indagare” il territorio, incominciare insomma a mettere i piedi nel piatto del problema».

  15. La “freccia delle risaie”, come l’hanno ribattezzata i pendolari ormai rassegnati, quella linea ferroviaria da terzo mondo che va sotto il nome di Milano-Mortara, ne riserva una nuova tutti i giorni. Oggi è stata la volta delle “sbarre umane”: nel pomeriggio il passaggio a livello di Casello 10 è andato per l’ennesima volta in tilt ed è toccato ai vigili recarsi sul posto più volte, ad ogni passaggio di convoglio, per fermare le auto e consentire il transito in sicurezza. La situazione è tornata alla normalità solo verso sera, quando una squadra di tecnici di Rfi è giunto sul posto e ha riparato il passaggio a livello guasto. Nel frattempo i disagi per i viaggiatori si sono moltiplicati: le procedure di sicurezza prevedono in questi casi la marcia a vista, con la conseguenza che due treni, quelli previsti in partenza alle 15,40 da Milano e da Mortara, sono arrivati a destinazione con rispettivamente 48 e 50 minuti di ritardo.

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