State buoni (nella cabina) se potete

Superato il periodo di sconforto nichilista che, un paio di anni fa, mi aveva quasi portata sulla strada senza ritorno dell’astensionismo, oggi mi recherò alle urne per compiere il mio dovere di cittadina votando alle elezioni regionali.

Con me porterò la consueta scheda elettorale, un documento di identità, l’indignazione ormai vicina al limite di tolleranza e una discreta quantità di bile travasata con regolare continuità nei mesi passati.

L’idea che la mia regione stia per diventare il primo feudo concesso ai vassalli verdi in cambio di una rinnovata e stabile fedeltà al sovrano mi spinge a sperare, fino a domani pomeriggio, nella redenzione cerebrale dei miei corregionali e nel sovvertimento dell’ineluttabile.

E se è vero, come dice Monicelli, che la speranza è una trappola, dovrò comprare un paio di scarpe comode per essere pronta alla rivoluzione (o per scappare dal Paese).

Penitenziagite

Analizzando i preziosi suggerimenti elargiti dal Cardinale Bagnasco su chi votare alle prossime elezioni possiamo desumere che:

– i preti pedofili non sono gli unici pedofili e si sa che mal comune…

– I politici che rubano sono peggio dei preti pedofili perché in nessun comandamento c’è scritto “non desiderare il bambino d’altri”.

– Meglio votare i politici che rubano che quelli a favore dell’aborto.

– L’interruzione di gravidanza è molto più grave della pedofilia.

– Se avessimo dovuto votare duemila anni fa, avremmo fatto vincere comunque Barabba.