Dario Franceschini, nonostante le dichiarazioni pre-elettorali, si ricandida alla dirigenza del PD: -Non consegnerò il partito a quelli che c’erano prima di me.
Rischierebbero di salvarlo.
Dario Franceschini, nonostante le dichiarazioni pre-elettorali, si ricandida alla dirigenza del PD: -Non consegnerò il partito a quelli che c’erano prima di me.
Rischierebbero di salvarlo.
“Gentile Signora,
[…] Da qualche mese a questa parte, con il nostro Paese immerso in una crisi economica grave e profonda, la vita si è fatta ancora più difficile. […]
Magari si vorrebbero aiutare i propri figli o i propri nipoti, perché pensando a loro le preoccupazioni sono tante: se troveranno mai un lavoro che non sia così precario, se dopo aver fatto tanti sacrifici per farli studiare si potrà finalmente vederli sereni e soddisfatti, se questi ragazzi riusciranno a sposarsi e ad avere i soldi per l’affitto o meglio ancora per un mutuo.
Le donne italiane hanno faticato tanto nella vita. Lavorando, in casa e fuori casa e sempre occupandosi della famiglia, sempre colmando le assenze di noi uomini. […]
Metteremo ogni nostra energia per sconfiggere le ingiustizie e le disuguaglianze che vediamo ogni giorno e che gridano vendetta.”
Da dove sono tratte queste toccanti parole?
– Dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis.
– Dalla seconda lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi.
– Da La lettera scarlatta.
– Da I dolori del giovane Werther.
– Dalla Lettera a un bambino mai nato.
– Dalla lettera di un democristiano, ora a capo del PD, a tutte le basite sessantenni italiane.
Nel PD che vorrei, i leader hanno una faccia (e un carisma) che riesco a ricordare.
Nel PD che vorrei, le posizioni rispettate sono quelle degli elettori, non quelle personali di ogni singolo piccolo culo seduto sullo scranno.
Nel PD che vorrei, si propone e non, solamente, ci si oppone.
Nel PD che vorrei, i cattolici rispettano la laicità dello stato.
Nel PD che vorrei, i democristiani si vergognano di esserlo.
Nel PD che vorrei, ci si ricorda di essere la Sinistra.
Nel PD che vorrei, chiunque abusi della parola “strumentalizzazione”, viene obbligato a friggere cosce di rana, a vita, durante le feste dell’ex Unità.
Nel PD che vorrei, non si fa gossip, ma politica.
Nel PD che vorrei, non si frigna perché Di Pietro ruba i voti, ma si cerca di capire perché la gente preferisce votare altrove.
Nel PD che vorrei, non si candidano pregiudicati, idioti, ladri o furbetti.
Nel PD che vorrei, Rutelli sta zitto.
Nel PD che vorrei, il mio voto non sarebbe sprecato. Ancora una volta.
Proponi anche tu, nei commenti, la tua idea di PD.
È molto probabile che Franceschini non la legga mai, ma mi faresti sentire molto meno sola.