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Mi sono affacciata alla finestra e ho visto le montagne

Non avevo mai notato che dalla finestra della mia camera da letto si vedessero le montagne.
In lontananza, che spiccano fiere a toccare le nuvole basse.
Mi sono sempre fermata a guardare la strada e i suoi passanti, il campo da tennis che d’estate lasciano scoperto, il giardino con gli alberi già in fiore e poi i palazzi, i tetti di tegole di Milano e le piccole terrazze usate come avamposto da vedette sempre di fretta, sempre in guerra con i ritmi cittadini.
Non avevo mai allungato lo sguardo al di là delle gru, del grattacielo che sale dalle mura spagnole, oltre il rumore delle auto e dei motorini che sfrecciano veloci.
Oggi mi sono fermata a fissare fuori per rimettere a posto le idee, per prendermi una pausa, per sistemare i pensieri che non vogliono prendere forma, e le ho viste.
Sono sempre state lì, in questi intensi anni e dolorosi e belli passati in questa città?

Quante volte limitiamo il nostro sguardo a quello che ci sta intorno e non proviamo a guardare oltre. Quante volte ci sentiamo perduti perché non riusciamo a immaginare che ci sia molto altro oltre il nostro piccolo mondo. Quanto spesso non siamo in grado di cogliere soluzioni e opportunità perché ci dimentichiamo di alzare la testa dalle nostre abitudini rassicuranti.

E basta un solo attimo di felice distrazione per scoprire che all’orizzonte c’è così tanta grandezza ancora da esplorare.

Se ti concentri, li vedi in lontananza anche tu.
Se ti concentri, le vedi in lontananza anche tu.

Il futuro è già iniziato da un pezzo

Ieri sera camminavo nella nebbia, rientrando da una cena con amici. Camminavo nella nebbia gelida, con i capelli gonfi di umidità e le dita ghiacciate, ascoltando la musica e pensando alle cose.

Pensavo che per me il presente è sempre stato una sala d’aspetto del futuro. Tutto sarebbe successo poi: la serenità, la felicità, i progetti, i traguardi, i successi, i soldi, la vita.

Mentre ero ferma al semaforo pensavo che ho sempre vissuto ora come se il domani sarebbe stato meglio, pensando che un giorno tutto sarebbe stato perfetto, senza sbavature, senza fastidio, senza dolore, senza intoppi.

A vivere pensando al futuro, spesso non ti accorgi del presente. Lo senti, ti attraversa, ti invischia, ma non lo vivi davvero.

E se quello che aspettavo, per cui ho patito tanto, per cui ho atteso, per cui ho lottato, per cui ho perso e per cui ho vinto, fosse già qui?

Se questo fosse tutto? Se fosse arrivata l’ora di raccogliere e smettere di seminare?

Pensavo a queste cose, mentre camminavo nella nebbia, ieri sera, con le dita ghiacciate e i capelli gonfi.

E pensavo a quando mi hai detto che avremmo passato tutto il futuro insieme, fino a diventare vecchi.

Ecco, non so come dirtelo… il futuro, il nostro futuro è già iniziato da un pezzo.