“I tempi sono maturi perché la festa della liberazione diventi festa di libertà. La resistenza è un valore fondante della Costituzione ma bisogna avere rispetto per tutti i combattenti, fossero essi partigiani o repubblichini, perché questo non vuol dire essere neutrali.”
Silvio Belusconi – Onna, 25 aprile 2009.
Tarcisio Devoti, il padre di Daniele, nel dicembre del 1945 decise di seppellire il fucile che imbracciava quando aveva liberato Udine, il 1° maggio dello stesso anno, con i suoi compagni partigiani del Battaglione Julio della Brigata Osoppo.
Era partito partigiano a 17 anni, sulle Prealpi Giulie, per fuggire ai rastrellamenti tedeschi e fascisti, sempre più feroci in tutta la zona.
Alla fine del 1945 decise di seppellire il fucile, perché quella guerra terribile era finita, perché avevano vinto, perché lui che era stato costretto a sparare per permettere a noi di essere liberi, di vivere una vita senza terrore, di crescere in un paese antifascista, non avrebbe dovuto più usare un’arma.
Ieri, dopo soli 64 anni, dopo le dichiarazioni aberranti del nostro presidente del Consiglio, ci è venuta voglia, per la prima volta, di andare a scavare, sotto il cespuglio di more, per recuperare il fucile.
Non lasciamo che la memoria della nostra storia sia cancellata. Perché, se lasciamo cambiare la storia, se lasciamo che il revisionismo renda gli ideali osceni e sbagliati simili a quelli giusti, se permettiamo al Paese di lasciarsi togliere, nel torpore anestetizzato che ci pervade, anche l’unico pezzo di riscatto che, nella storia recente, ha ottenuto con tanta fatica, avranno vinto loro, quei fascisti che Tarcisio ha combattuto, con fame e freddo, sui monti.
Saetta approverebbe le tue parole
Il titolo è un omaggio a Fenoglio (leggetelo!)
Approvo e condivido!
Penso, sommessamente, che per la prima volta Franceschiello abbia toppato.
Ha toppato facendo uscire allo scoperto, dopo quindicianni di ponti di aprile a Portofino, a Porto Cervo o chissà dove, M. Chevalier.
Ha toppato perchè non ho ancora letto le sue argomentazioni allo show ad uso e consumo del popolo delle TVs.
Ha toppato perchè l’italico pensiero del “so’ tutti figli e mamma”, del buonismo che alberga in generazioni col culo al caldo e al sicuro vorrebbe spazzare via 23 anni di suprusi, sloggiamenti, incarcerazioni.
23 anni riscattati da chi con la schiena dritta decise di andare sui monti per non cadere nelle fornaci nazi-fasciste (Mi incazzo ma nel nostro paese si omette sempre nazi accanto al fascismo, tanto per far dimenticare cosa era il fascismo.)
23 anni riscattati da chi si oppose nelle fabbriche e nelle città al prosieguo della guerra nazi-fascista.
I tanti morti del “Ventennio”, i tanti morti della soluzione di massa, i tanti morti della guerra di liberazione sono l'”humus umano” su cui si fonda e si nutre la COSTITUZIONE Italiana.
I milioni di morti di una idea e di una guerra stupida non sono vittime della febbre spagnola e mi gira lo stomaco (a dire il vero anche qualche altra cosa) nel vedere M. Chevalier con fazzoletto tricolore su maglioncino girocollo nero.
Era meglio il silenzio in cui per quindicianni si era tenuto M. Chevalier che l’assordante rivoltarsi nella tomba di tanti oggi.
è probabile (non è una scusante) che non dica ciò che pensa, ma che abbia recitato il discorso preparato da uno dei suoi ..(in fondo ha altre cose + importanti cui pensare)
K.
Una domanda sorge spontanea, per chi come me (e la maggioranza degli Italiani o, almeno quelli residenti nelle regioni settentrionali) in quella guerra civile ha avuto lutti da ambo le parti: perché, se il conflitto è terminato il 25 aprile, quel fucile è stato sepolto a dicembre? E non è una facile ironia, perché un fucile – non quello del padre di Daniele, ovviamente – è stato puntato alla gola del mio trisavolo che ha semplicemente chiesto una ricevuta per la farmacia che gli è stata “espropriata” dai partigiani (e non era un fascista, peraltro), da presentare al futuro Stato. Così come intere famiglie – tra cui donne e bambini – sono state trucidate tra il ’45 e il ’46 (a guerra terminata) in Brianza, esposti pubblicamente sui sagrati. Mia nonna era legata al podestà di Venezia, suo marito era un disertore. Mio nonno è stato incarcerato dai partigiani (o, sedicenti tali) a guerra terminata: era dell’esercito regolare italiano, iscritto al partito liberale – non a quello fascista – eppure è stato arrestato. E di storie simili ce ne sono a josa. Come possiamo considerare condivisa una celebrazione che osanna ladri e assassini? Equivarrebbe a giustificare gli eccidi nazional-socialisti e fascisti. E come disonorare la morte di quei parenti che l’8 settembre hanno fatto una scelta di coerenza (a prescindere dal valore ideologico che potesse avere) sulla parola data all’alleato? Che fosse quello sbagliato o, meno… è stato tale. Perché, anziché dichiararsi sconfitti, i reali e il parlamento italiano sono ri-entrati in guerra al fianco delle forze atlantiche? Troppe sono le domande, troppo il sangue versato: il 25 aprile si festeggia una menzogna, ovvero l’idea idilliaca che pochi eroi (!?) abbiano liberato l’Italia dall’oppressione fascista. Si dimentica che molti, come la famiglia dell’attuale leader del PD (e del precedente), fascisti lo sono stati fino a quel giorno. Si dimentica che la guerra civile è terminata mesi dopo quella mondiale e che nel frattempo si è utilizzato l’alibi della connivenza fascista – sovente neppure reale – per depredare famiglie che sono dovute ripartire dal nulla, mentre gli “eroi” incassavano. Si dimentica che lo Stato italiano, attraverso l’INPS, ha finanziato anche a posteriori quel banditismo titino (supportato dall’Italia dall’attuale Presidente della Repubblica, peraltro) che ha ucciso migliaia di Italiani e li ha sepolti nelle foibe. Io non ero ancora nato, fortunatamente… non giustifico, né osanno, né celebro i massacri fascisti e nazional-socialisti. Non auspico un ritorno al regime. Ma non chiedetemi di festeggiare il 25 aprile, perché per la mia famiglia ha significato – esattamente come la guerra, perché nessuno di loro ha mai guadagnato un solo centesimo con il fascismo – soltanto lacrime, sangue e privazioni. Erano farmacisti, sono diventati braccianti. Erano possidenti terrieri, sono diventati metalmeccanici. Quando non sono stati uccisi. E se non parlo la lingua dei miei avi è perché mio nonno ha avuto paura a insegnarla ai suoi figli, benché madrelingua tedesco, che ancora negli anni ’70 hanno subito ostracizzazioni dai concorsi pubblici e quant’altro. Mi sia concesso, quando sento elencare i partigiani m’incazzo come una jena: 3/4 di loro non lo è mai stato. E se volete ringraziare qualcuno, fatelo con gli Americani (che ora gli stessi apologhi dei partigiani criticano per ciò che loro stessi hanno reso possibile) e con chi li ha accolti festante a Napoli, senza sparare un colpo. Ma non chiamate eroi coloro che hanno insanguinato la nazione per anni: non ci sono giustificazioni per i campi di concentramento, non ci sono neppure per gli eccidi e i furti e gli stupri dei partigiani. Non tutti i partigiani hanno ucciso, stuprato e rubato? Neppure tutti i facisti hanno fatto altrettanto. Ma neppure una sconfitta autorizza la falsità.
Federico, il fucile è stato sepolto a dicembre, perché, fino ad allora, era in soffitta.
Non condivido la tua visione della storia, perché è quella che propagandano i fascisti che sono, da allora, rimasti al governo (o passati nella DC), ma la libertà di avere opinioni diverse, il fascismo che tu difendi, non ce l’avrebbe mai concessa, sebbene tu non voglia nemmeno rendertene conto.
Se la storia viene riscritta, ciò presuppone che le spiegazioni finora date per la storia scritta, trascritta e che si è continuato a scrivere, non siano più degne di fede. Allora lo storico si domanda: Sì, non posso più prestare fede alle testimonianze. Ed è obbligato a porre nuove domande. E’ questa l’origine del metodo storico-filologico, per cui in effetti lo storico non continua a leggere e a trascrivere i testi senza esaminarli, ma piuttosto si domanda: ci sono qui contraddizioni da chiarire? E necessita di un nuovo modello esplicativo
(Reinhart Koselleck
La riscrittura della storia)
Quello che più mi preoccupa non è una nuova visione della storia, ma quanto possa essere imparziale la nuova riscrittura. Non ci sono solo i nazi fascisti e non ci sono solo i partigiani, la storia è una costruzione complessa.
Se i miei figli (se avrò il bene di diventare genitore) dovranno studiare su dei libri che raccontano la storia in maniera diversa da quella che ho studiato io, spero solo che sia stata risciritta da un puto di vista per così dire scientifico, neutrale, imparziale… i presupposti per cui queto accada io in Italia non li vedo.
Sta già ritrattando. Per fortuna siamo stati in tanti a indignarci.
http://www.questotrentino.it/2005/04/lettera_repubblichini.htm
il lupo perde il pelo…
E ripenso a ciò che ho scritto in risposta al tuo intervento di ieri…
Dopo aver letto nella tua risposta “il fascismo che tu difendi” ho riletto il commento di Federico, a me non pare parli bene del fascismo, semplicemente dice che ci sono state colpe anche dalla parte dei partigiani (che per inciso anche a me risultano e non da propaganda ma da voci arrivate da chi l’ha vissuto in prima persona e l’ha raccontato ai nipoti, come del resto mi pare per Federico) sono la prima a essere felice che il fascismo sia stato sconfitto e ad essere grata a chi ha lottato ed è morto per questo, ma son d’accordo con Federico nel dire che ci sono state brave e cattive persone sia tra i fascisti che tra i partigiani, ma non vedo perchè da questo si debba dedurre una difesa del fascismo
Terry, Federico, nei suoi twit, ha scritto una volta che Mussolini è il più grande statista che l’Italia abbia avuto. Questo descrive perfettamente le sue idee. Libero di averle, ma non può aspettarsi che io e gli altri le condividiamo.
Io mi basavo solo sul suo commento, questo direi che cambia tutto
Non sto qui a discutere sul fatto che siano esistite persone d’ideologia fascista che non hanno mai fatto nulla di male e partigiani che si sono macchiati di crimini, giustizie sommarie o cose del genere.
Sono cose storicamente esistite. Anche se assumono luce differente a seconda del lato da cui vengono cavalcate.
E la dialettica preminente, nell’attuale, è purtroppo destra. Quelli che ci governano sono in prevalenza figli e nipoti di quellilà.
Ma la storia non è una frittata che puoi girare a tuo piacimento, a seconda del vento che tira.
E d’altronde non esiste ambito umano in cui male e bene siano separati da una cesura netta come il taglio di un bisturi.
Vorrei rimandare al concetto di “oppressore” e “oppresso”. Per fare chiarezza.
Non è un discorso da stadio, tra hooligans e celerini, Ci sono motivzioni intrinseche. C’è il concetto di esasperazione.
L’oppresso è chi non riesce a vivere una vita degna d’esser definita tale. Oppresso era mio nonno, con mio padre allora bambino, oppressi erano coloro che non riuscivano più a barcamenarsi, rifiutando la tessera. Che non avevano lavoro, cibo, possibilità di vivere.
Che finivano nei rastrellamenti, nelle fucilazioni di massa, nei campi di sterminio solo perchè sospettati di.
Quando gli facevo notare che, dopo la Liberazione, un certo numero di fascisti erano stati “fatti sparire”, lui mi diceva:
“sempre troppo pochi, avrebbero dovuto farli sparire tutti.”
Era un pusillanime, quel pover’uomo? O c’aveva delle sue ragioni?
Dai suoi racconti, ho una vaga idea di sì.
giù le mani dal 25 aprile.
Quello che mi preoccupa è che se si sentono così disinvolti nel parlare del 25 aprile in questo modo dipende dal fatto che ormai si sentono forti. Sentono che lo possono fare senza che una constistente parte dell’opinione pubblica si dichiari indignata dall’ignoranza della storia.
Questo mi preoccupa.
Non mi appartengono il fascismo, l’antifascismo, il comunismo e l’anticomunismo. Tuttavia, non posso disconosciere il ruolo fondamentale della resistenza insito nella nostra Carta Costituzionale. Pertanto, lode a loro che hanno combattuto per degli ideali giusti e pietà umana (sottolineo umana) per i fratelli italiani che si sono schierati dalla parte sbagliata. Pragmaticamente, il 25 Aprile deve rimanere la festa della Liberazione per lodare, appunto, quelli che si sono battutti per la libertà! Bisogna scindere il giusto dallo sbagliato, perchè esso non è sempre giustificabile.
PS Il (modesto) pensiero di una persona di destra antiberlusconiana. Ciao!
eccolo qua il post sul 25 aprile..
pero` pensavo che quest’ anno non ci fosse niente da scrivere:
1) il berlusca ha detto che avevano ragione i partigiani
2)napo ha detto che bisogna ricordare tutti i morti pietosamente e senza distinzioni(che strano ha detto le stesse parole che ho scritto qui sul post del 25 del 2008 :D…pero` tutti contrari finche` lo dicevo io)
3)pure franceschini `e rimasto soddisfatto delle dichiarazioni del berlusca…
NB: certo che con franceschini il berlusca ha i decenni contati……
la memoria non ce la toglie nessuno… io vengo da una famiglia che ha sempre votato DC per dire che non avro’ mai avuto antenati partigiani… certo mai e poi mai fascisti.
e comunque mi piange il cuore che abbiano vinto loro …questo e’ quanto.
sono d’accordissimo con il post di Dania.
Rilancio però: fascista, comunista, Dc….
qui se continuiamo a darci addosso così,a dividerci con un muro continuiamo a tenerci questa italietta da quattro soldi che si accontenta di votare per il 69% berlucchi.
Ci vogliono idee nuove, nuove persone e memoria ben radicata sul passato.
Più idee, più prove di democrazia e meno De filippi.
anche Di Canio dice che Mussolini era uno statista..
ste divisioni saranno insuperabili finchè si continuano a mischiare i ruoli della storia..il peggi odeve ancora venire,sta arrivando, è la mia generazione cresciuta completamente nel mondo mediaset..si salvi chi può..
mah… mi sembrerebbe l’ora di smetterla di continuare a farci del male…non per questo dimenticando…:))
frapre
già, si salvi chi può!
(fai paura quando fai la seria)
molto bello.
Cara Dania, se le generazioni che hanno seguito quella che ha vissuto la guerra civile non conoscono la storia, siamo condannati ad un nuovo fascismo.
Pasolini denunciava questo nuovo fascismo, celato dai consumi e dall’avvento della televisione, quaranta anni fa…
Non mi interessa difendere ideologie o persone ma la visione di un 25 Aprile da festeggiare ad imperitura memoria dell’odio di alcuni italiani verso altri non mi sembra sia condivisibile.
Sarebbe il caso di seppellire con il famoso fucile anche il rancore che ci porta sempre a giudicare ancora con gli occhiali di quel tempo.
Se questo vuol dire lasciare che i morti giacciano finalmente in pace gli uni a fianco agli altri non mi pare un gran male, o vogliamo vestirli con le casacche di partito anche nella bara ?
Saluti
Inkling
Rancore?? Odio?
Qui si parla di STORIA. La nostra storia di italiani. Di libertà contro il nazifascismo e non di una lite tra due ragazzini.
No, noi non seppelliremo mai la nostra storia di libertà.
E basta!
grande dania
e grazie Tarcisio
gnegnet
purtroppo la tolleranza si applica solo quando conviene. la storia della repubblica ha le sue macchie, le sue contraddizioni, ma finchè non si supereranno tali contraddizioni costruire un qualcosa di migliore è veramente un’impresa.
le ragioni sono sempre dei vincitori.
guai ai vinti.
Obladì, la storia, per fortuna, l’hanno scritta quelli che hanno sconfitto i nazifascisti. Non è cambiando mille nickname che ci farai cambiare idea.
mi pregio di aver scritto un unico commento su sta pagina e con un unico nick.
non ho nessuna intenzione di far cambiare idea a nessuno di VOI, semplicemente riportavo un mio pensiero.
per alcuni la guerra è finita (ed hanno sepolto il fucile) per altri la guerra sembra non avere mai fine (oppure non sanno viverci senza)
la storia con il fascismo si è chiusa a piazzale Loreto.
mandi Tarcisio
il grande happening di piazzale loreto… il bello che i nostalgici sono poi gli stessi che fanno moratorie contro la pena di morte… viva l’ipocrisia!