SSP: Scuola di Specializzazione per Precari

Mi chiamo Carolina Crisi e sono la migliore allieva della Scuola di Specializzazione per Precari.
Ho studiato e lavorato sodo per ottenere questo titolo e sono stata scelta tra centinaia di migliaia di studenti.

La SSP, istituto statale fondato nel 2003, è un’officina che prepara alla vita, un luogo creativo dove i giovani imparano a incanalare energie, speranze e ambizioni nella ricerca dell’occupazione precaria perfetta.
La SSP forma i migliori professionisti del precariato: ragazzi colti e preparati, capaci di adeguarsi a qualsiasi somministrazione lavorativa. Lavoratori poliedrici, liquidi, felici di sacrificare competenze e titoli nel nome della flessibilità.
La SSP collabora con le migliori aziende del Paese, che offrono agli studenti tante possibilità professionali, preferibilmente senza futili e farraginose tutele sindacali e senza noiose, anacronistiche e vincolanti scartoffie contrattuali.

Ho 34 anni, una laurea in Scienze Politiche, un Master in Relazioni Internazionali e parlo correttamente 3 lingue. Nel mio curriculum posso vantare 31 contratti di prestazione occasionale, 16 co.pro, 4 apprendistati e 7 collaborazioni in nero.

Palmiro Fossa, anni 29, aveva detenuto il titolo di migliore per due anni, prima di me. Faceva lo stagista da 18 mesi presso un’agenzia di comunicazione, con un rimborso spese di 160 euro e un buono pasto da 3 euro per giornata lavorativa di 10 ore.
Era il nostro eroe.
Si è poi scoperto che suo padre era stato compagno di scuola di un noto politico locale e stava combinando per lui l’assunzione in Comune, a tempo indeterminato, con concorso ad hoc, ed è stato allontanato dalla Scuola, tra la delusione generale.

Marco Crespi, laurea e dottorato in biologia, contratto a progetto di 6 mesi presso un call center outbound, in un momento di sconforto stava per gettare al vento tutti i traguardi raggiunti accettando un posto da ricercatore negli Stati Uniti.
È stato merito mio convincerlo a restare a vivere con i suoi genitori.
A 31 anni, divide felicemente la cameretta con il fratello diciannovenne e tutte le domeniche mangia le tagliatelle fatte in casa dalla nonna.

I miei genitori, pensionati che hanno lavorato tutta la vita nella stessa azienda, sono molto orgogliosi della formazione che ho ricevuto alla SSP. Sanno che cambiare lavoro ogni tre mesi mi mantiene giovane, mi evita il peso di una gravidanza (con tutta la sua atroce scia di chili di troppo e smagliature) e mi permette di conoscere gente nuova. Sono inoltre contenti che non riceverò mai una pensione, perché loro si annoiano molto a non lavorare e sperano che a me non accada mai.

Vorrei, nel futuro, evolvermi e diventare la precaria perfetta, rinunciando definitivamente a vantaggi superflui, come contributi previdenziali e assicurazione sugli infortuni.
La mia più grande ambizione sarebbe riuscire presto a essere così brava da rinunciare anche alla paga.

Perché, per il precario perfetto, il lavoro è un privilegio che non ha prezzo.


Questo post risponde, in zona cesarini, all’appello del grande Zop per il nuovo gioCOCOnCOrso “VITE DA PRECARI tra creatività e follia“. Le informazioni sul concorso e sui racconti inviati le trovate tutte qui.
Buon divertimento precario (finché dura)!

11 commenti su “SSP: Scuola di Specializzazione per Precari”

  1. i miei cv sparati nell’etere possono essere un buon inizio per questa carriera; solo mi viene il dubbio che ci sia qualche fregatura che non colgo. da qualche parte.

  2. La questione del precariato è indubbiamente un problema della Madonna…

    A questo proposito ricordo ancora che lei, palesemente raccomandata, quando è stata definitivamente Assunta, ha trovato un posto di lavoro da Dio.

  3. Anch’io sto tentando di evolvermi fino a rinunciare alla paga. Spero che il mio padrone di casa faccia altrettanto:-))

  4. BAMBOCCIONI/E… prima o poi la piccola bruna, ovvero la nana-fata brunetta vi sistemerà…W berlusconi… e i sette nani:)))

    frapre

  5. Vorrei spezzare una lancia in favore del denaro.

    Quantomeno per un egoistico mantenimento del mio, di posto di lavoro.

  6. Pingback: 1 « ioguido

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