Ero riuscita, finalmente, ad organizzare tutto: navigando in Internet avevo trovato un vantaggiosissimo last minute, avevo convinto un’amica (non senza suscitare una buona dose di sana compassione) a partire con me lasciando a casa la sua appendice (ndr. il relativo compagno) e avevo risparmiato un bel gruzzoletto per potermi godere una fantastica vacanza al sole tropicale… quando, a fine luglio, vengo contattata per alcuni colloqui di lavoro da tutte le aziende e organizzazioni a cui avevo inviato il mio fantastico curriculum vitae (quasi un best seller, ormai, vista la quantità di copie che ho diffuso).
A fregarmi è stata la telefonata, nientepopodimenoche, della Biennale Cinema, che mi ha fissato un colloquio di lavoro per potermi inserire, con il solito co.co.co, nell’organico della 60 Mostra del Cinema di Venezia.
Bella come il sole, mi reco al Palazzo del Cinema al Lido la mattina del 23 luglio, nell’unica giornata di grandine di quest’estate africana, fasciata in una gonna un po’ troppo stretta, su dei sandali dai tacchi un po’ troppo alti (mi dico sempre che l’aspetto esteriore è tutto – deambulavo come un cammello… effetto molto cinematografico!) e mi lascio abbindolare dalla solita vecchia inconfondibile frase: -La richiameremo la prossima settimana!-
Non ci ho pensato due volte a disdire il viaggio, nella speranza di poter poi ripartire a braccetto con George Clooney e la sua immancabile bottiglia di Martini… e siamo ormai al 7 agosto, la temperatura sfiora i 40 gradi, il NordEst sembra aver aumentato del 200% la sua produzione abituale di zanzare tigre, la mia amica è partita per il Portogallo e dalla Biennale nessuna notizia (magari hanno perso il mio numero di telefonino o forse hanno provato a chiamarmi mentre era spento o scarico).
Ripiegherò sulle solite spiagge della Marche a casa di parenti.
Magari George farà un salto da quelle parti…