L’anno che sta arrivando (e quello che se ne va)

Sarà forse l’ansia del freelance, un po’ di strizza e grande speranza nel futuro, sarà che quando si invecchia rimorsi e rimpianti si mescolano e tutto sta nel rimanere a galla, sarà che le feste mi rendono malinconica e la malinconia è un abito avvolgente e caldo, ma non riesco a fare a meno dei bilanci. Il 2023 è stato un anno di limature, per arrivare a fine mese, per dormire mezz’ora in più, per rientrare nei vecchi jeans, per …continua…

La Ferrante è tornata: ho letto in anteprima La vita bugiarda degli adulti (e l’ho amato)

Ho letto in anteprima il nuovo romanzo di Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti. Ricevutane un copia dall’editore, a 48 ore dall’uscita a scaffale, ho rinunciato al sonno per poterlo finire in fretta, orfana da anni di trame e personaggi di un’autrice che ho amato con la pancia, prima che con la testa. La lettura di getto e notturna mi è sembrata un gesto di devozione dovuto e, a pochi minuti dall’ultima riga, ho deciso di rispolverare un luogo di …continua…

Se mio figlio potesse capire

Se mio figlio potesse capire, se riuscisse a comprendere, gli direi che quei bambini vestiti di rosso, quelli che avevano la sua età, che saranno stati lunghi poco più di ottanta centimetri, che forse non arrivavano a dieci, undici chili, gli direi che quei bambini erano in mare per un caso. Perché per caso, figlio mio, tu sei nato qua e loro là, per caso tu hai il triciclo, i pupazzi, il seggiolone che si reclina e loro, sempre per caso, hanno …continua…

Club sandwich d’autore

Durante la lunga estate calda in cui ho scritto la tesi di laurea, sono tornata a vivere da mia madre. Avevo bisogno di un posto che non mi concedesse distrazioni, in cui non ci fossero coinquilini con la musica a tutto volume a qualsiasi ora del giorno, il cui livello di pulizia fosse sempre perfetto e, soprattutto, in cui ci fosse un frigo pienissimo, perché da sempre il mio appetito triplica quando devo studiare o scrivere. A casa da mammà, …continua…

Le déjeuner sur l’herbe (avec le fromage)

A vent’anni abitavo a Parigi. Ci ero finita per fare un Erasmus di nove mesi e mi sono fermata due anni. È stato un periodo bellissimo e intenso, tra quelli che ricordo con più nostalgia, non solo perché avevo l’età delle possibilità e dell’entusiasmo, l’incoscienza e la leggerezza della gioventù, ma anche perché ho sempre trovato quella città magica, forse la prima in cui mi sia sentita davvero a casa. Parigi mi somiglia, perché è riservata, ma socievole, perché sa …continua…

La fatica dei sogni

Non mi sono mai pentita di aver scelto la libera professione. Avevo un posto da dipendente, facevo un bel lavoro, guadagnavo pochissimo, ero pendolare (Padova-Venezia, 42 km all’andata, 42 km al ritorno), la mia era una piccola azienda con delle colleghe carinissime e con proprietario “paròn”, che ci considerava figli quando tutto andava bene e mangiapane quando le cose si mettevano male.   Ho lasciato tutto senza avere un progetto, sono venuta a Milano, sono stata fortunata perché cambiare le …continua…

Una farfalla non fa primavera

Sono una tipa da mezze stagioni. Non mi piace l’inverno, troppo buio, con le giornate corte, i vestiti pesanti, la pelle grigia e il freddo che ti aspetta fuori dal letto, quando sei costretto a lasciare il tepore del piumone la mattina. Non amo nemmeno troppo l’estate, con il caldo insopportabile, le spiagge affollate, il divertimento a tutti i costi, le code interminabili in autostrada per meritarsi qualche giorno di ferie e le stupide zanzare. Mi piacciono le stagioni tiepide, …continua…

La verità che non ti hanno detto sulla libertà

Ti hanno mentito. Ti hanno mentito quando ti hanno detto che la libertà è facile, che tutto quello a cui devi ambire è fare quello che ti far star bene, che volere è potere, che puoi decidere cosa diventare nella vita perché il mondo è tuo e basta allungare le mani per prenderlo. Ti hanno mentito quando ti hanno detto che le scelte vanno prese d’istinto, che basta chiudere gli occhi e fare la conta amabararàciccìcocò, che non devi ascoltare …continua…

La torta salata più veloce del west

Ogni mattina (quasi sempre all’alba) una neomamma si sveglia e sa che deve iniziare a correre per riuscire a fare tutto. Perché quando inizi a vivere la vita del tuo cucciolo, il tempo sembra scorrere più velocemente. Molto più velocemente. Troppo. E sei in ritardo per il nido, in ritardo per il lavoro, in ritardo per le bollette, in ritardo per qualsiasi appuntamento tu abbia preso con chiunque (il medico, la parrucchiera, la Regina d’Inghilterra) e non riesci a pulire/stirare/fare …continua…

La mia storia con internet

Mi hanno chiesto di raccontare “la mia storia con internet” in un’intervista video e mi sono resa conto che, per moltissimi anni, è girata tutta intorno a questo blog. Da quando nel 2003 ho aperto Malafemmena, prima su Splinder e poi su questo dominio, la mia vita è cambiata del tutto. Non è stato rapido, non è stato indolore, ma è stato un percorso emozionante, pieno di persone, di posti visitati, di parole scritte e di parole lette. La mia storia …continua…

Vieni a fare merenda da me

Ai tempi del liceo Chiara, la mia compagna di banco, passava spesso i pomeriggi da me per fare i compiti. Erano ore divertentissime, perché piene di chiacchiere su maschi (che non si sarebbero mai fidanzati con noi), pettegolezzi su VIP (che non avremmo incontrato mai di persona) e progetti su viaggi e avventure (che forse non avremmo mai fatto). Il venerdì era il giorno della settimana che aspettavamo con più trepidazione, e non perché l’indomani ci fossero soltanto quattro ore …continua…

Le piccole cose piacevoli

Diventa sempre più difficile godere delle piccole cose, un caffè con un amico, l’ultimo capitolo di un libro amato, il ritornello della canzone preferita cantata ad alta voce, un complimento sul lavoro, un chilo perso o preso, il rossetto nuovo dal colore allegro, l’abbraccio di un genitore anziano, i progetti fatti ad alta voce con la persona che ami, un morso al panino più buono dell’anno. Difficile goderle e basta, senza doverle immortalare, raccontare in diretta, condividere. Guardare tuo figlio …continua…

La pausa (gustosa) del raccontastorie

Raccontare storie è un mestiere bellissimo, forse uno dei più belli, perché ti permette di inventare mondi, di cambiare i finali, di mettere in bocca ai personaggi le parole sempre giuste. Per riuscire a raccontare delle belle storie devi aver vissuto tanta vita, tante vite. Non necessariamente in prima persona, ma attraverso i libri letti, i viaggi fatti, i racconti ascoltati, i film visti al cinema. Uno dei lussi più grandi della professione di scrittore è quello di poter passare …continua…