Ti è mai capitato di stare bene?
Bene come in quelle sere che non hai impegni e poi torni a casa tardissimo, che chiacchieri con gli sconosciuti e ti accorgi di avere mille cose da raccontare. Quelle sere che non importano i rotolini di grasso, il trucco sbavato, il capello spettinato. Tu mangi due, tre gelati, bevi vino e sorridi e ti senti bella e sei bella e non importano età, peso, taglia, colore, firma degli abiti, abbinamenti.
Ti è mai capitato di sentire che tutto torna?
Che le domande hanno le loro risposte, che i silenzi hanno tutti una musica, che i visi sono pieni di sorrisi, che domani non ci saranno solo timori, ma speranze, che oltre la fatica di essere, c’è il desiderio e l’allegria di esistere.
Ti è mai capitato di essere dove dovresti essere?
Non un passo indietro, non uno avanti. Qui. Ora. In un luogo e in un tempo che sono tuoi, nonostante gli ostacoli, nonostante i pentimenti e i sensi di colpa e i no e le porte chiuse in faccia e i fallimenti.
Tutto è andato come doveva andare.
E all’improvviso non sei troppo né sei troppo poco. Sei tu. Precisa, come dovresti. Sei energia che riempie gli spazi, sei la luce che invade le stanze, sei l’aria che sposta le tende alle finestre, sei il movimento che attira l’attenzione.
Sei. il. piccolo. centro. del. tuo. grande. mondo.
Ti è mai capitato di stare bene?
A me è capitato. Quando nemmeno me l’aspettavo. Senza preavviso. Ed era notte a Milano e c’era la luce e i venditori di rose e l’ultima metro che mi ha aspettata prima di chiudere le porte e le nuvole che minacciavano pioggia e il telefono con ancora un po’ di carica e domani che aveva fretta di arrivare. La fretta di diventare oggi.
Mi è capitato, era talmente bello -mentre ora è così duro- che desiderare che succeda di nuovo fa male
Eh. Un abbraccio.
si chiama felicità. E la consapevolezza di essere felici. Vissuta tante volte, che vivo per riviverla.