Sono una donna forte. Non perché porto i capelli corti, ho parecchi tatuaggi, farei a pugni con chiunque non mi vada a genio e bestemmio come se il Padreterno mi avesse fatto qualche torto personale. Non sono forte perché sfrutto la gente, perché mi piace comandare, perché sono capace di arricchirmi, perché sono una lastra di ghiaccio, impenetrabile ai sentimenti, o perché non piango mai. Io piango in continuazione: al cinema, ai matrimoni, quando mi fanno i regali, quando mi sbagliano il taglio di capelli, quando ascolto certe canzoni delle pubblicità in televisione, quando guardo i video su internet con i neonati che ridono o con i gattini che giocano con i neonati che ridono, o quando mi offrono a sorpresa la cena e avevo già mangiato come un esercito.
Piango ogni volta che mi innamoro e ogni volta che mi lascio.
Piango, però sono tosta, tenace, coraggiosa. Sono caduta tantissime volte e mi sono sempre rialzata, con i graffi alle ginocchia, con qualche costola incrinata, ma sempre intera. Ho preso strade sbagliate e ho deciso di ritornare indietro e rifare tutto da capo, senza scorciatoie. Ho imparato a perdonare e a chiedere scusa, ad ammettere gli errori, a sopravvivere alle delusioni. Sono capace di fare da sola, quando non posso essere aiutata, e non mi dispero più, non perdo mai completamente la fiducia negli altri e nel futuro. Perché la vita sa colpire veramente duro e l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi, perché solo così puoi dimostrare di essere un vincente, e so che è la verità, perché lo dice Rocky Balboa a suo figlio in un film, e lui ne aveva prese a centinaia di mazzate.
Sono una donna forte, ma questo non significa che non posso avere i miei periodi di fragilità. Anzi, quando accadono, e non succede tanto spesso, penso sempre che me li sono meritati e me li voglio godere fino in fondo.
Il brano sopra è tratto dal mio romanzo Donnissima, ed. Rizzoli, 2016. Enza Caruso rappresenta un po’ il mio ideale di donna, brillante, modesta, forte, simpatica, decisa, onesta, carnale. Avrei continuato a scrivere libri su di lei per anni. Queste righe sono per ringraziare tutte le donne come lei che ho incontrato nella vita e che hanno contribuito a farmi diventare migliore. Se c’è qualcuno che merita di essere festeggiato l’8 marzo, siete voi.
Grazie.