Non c’è più spazio per il silenzio, quello volontario, quello praticato per scelta, per necessità. Non c’è più spazio per non dire, ma solo per straparlare, per urlare, per ripetere cose sentite altrove, trite e ritrite.
Bisogna usare tutte le parole, tante, confuse, anche sbagliate; bisogna acclamare, declamare, ribattere, argomentare e poi insultare e poi biasimare.
Non c’è più un momento in cui spegnere la musica, il televisore, chiudere la finestra, staccare il telefono. Nessun attimo per quattro mura in cui percepire solo il leggero sibilo del tuo respiro.
Non si ha più diritto al silenzio, mai, nemmeno quando si è soli. Perché il silenzio fa riflettere, fa soppesare. Il silenzio fa elaborare e capire. E capire può farci male, può destabilizzare noi e gli altri, può metterci in pericolo. Perché capire può darci un potere che non siamo in grado di usare, perché può renderci qualcosa che non siamo pronti a essere: persone libere.
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Zitta
A volte non è non avere voglia di dire.
A volte non hai proprio niente da dire.
E allora è meglio stare zitta.
A te che ami il silenzio
Pensa se avessimo tenuto da parte un pezzo di ogni sorriso, di ogni abbraccio, di ogni risata. Se avessimo conservato frammenti di ogni giornata bella, di ogni parola allegra, di ogni idea. Pensa se fossimo state più parsimoniose e avide di vita oppure più felici, molto più felici, meno sagge, meno mature, più incoscienti, più incoerenti, meno razionali, meno lucide, più passionali, più emotive.
Forse, la vita che all’improvviso toglie ci sembrerebbe meno puttana.
E poi non so che altro dirti. Lo so che ami il silenzio. Lo sai che sono piccola, che siamo piccole, che alla fine sopravviviamo a tutto, che abbiamo qualche ruga in più, che abbiamo ancora infiniti abbracci, che abbiamo una cosa che vale tutta la fatica e tutti i dolori, il futuro.
Il silenzio giusto
A volte bisognerebbe smettere di cercare di dire la cosa giusta e imparare a usare il silenzio giusto.
ça arrive
Ci sono giorni in cui ti accorgi che quella che pensavi essere la più grande evoluzione della tua vita è, in realtà, una regressione ai primordi della tua vecchia sfiga.
In questi giorni è meglio tacere, non dare nell’occhio, nella speranza che tutto non peggiori ancora.
Oggi, quindi, mi spengo.
E con me spengo i social network e la puntata di A letto con Dania, prevista per stasera.
Il mio silenzio farà sicuramente bene anche a voi (soprattutto a voi).
À bientôt.