Mi sono svegliata allegra e c’era il sole e tutte le cose da fare mi sono sembrate così poco urgenti, poco interessanti e allora ho finito in fretta il lavoro e sono uscita a fare due passi ed ero senza giacca e mi sembrava la prima primavera dopo così tanto tempo.
E poi mi sono messa a pensare a quelle cose che pensi solo quando non hai la testa libera da cosedafare, cosedafinire, cosedarisolvere e ho pensato che una volta era facile dimenticarsi delle persone, che adesso scopri sui social network che sono vive e sposate e hanno figli e vivono in NordAfrica o cose così. Ho pensato che non ho più venticinque anni da un pezzo e che continuo a sentirmi come allora. Ho pensato che dovrò comprare delle scarpe leggere, da mettere senza calze in questi giorni di meraviglia. Ho pensato che – pensa te! – fino a qualche giorno fa sembrava non andare e poi va.
Va sempre e a volte si aggiustano le cose, ma solo se le affronti una alla volta, un problema alla volta, una rogna alla volta, un desiderio alla volta.
Ho pensato che posso fermarmi un po’ così, che non c’è nessuna fretta.
Mi sono messa a fare pensieri leggeri e c’era il sole e c’era Milano che lavorava e c’erano i ragazzini che uscivano da scuola, c’era la mia musica nelle orecchie, c’erano gli occhiali da sole, c’erano i sorrisi ai passanti sconosciuti, la leggerezza, i semafori verdi e lo stupido buonumore.