Chez moi

Ci sono città in cui nasci, città in cui finisci senza averle scelte e quelle che scegli ma che non ti calzano mai bene, che sarebbe stato meglio non, che devo ripartire, che non dovrei essere qui, che è ora di fuggire via, lontano.

Ci sono città che ti scelgono, che ti rapiscono, che ti trattengono e non riesci a lasciare, città che porti dentro sempre, città che ti stanno alla perfezione come quel vecchio cappotto caldo, città che ritrovi ovunque, negli angoli più nascosti del mondo, città che hai sempre nella testa, nella borsa, tra le righe dei libri, tra le pieghe polverose dei ricordi.

E poi scendi dall’aereo, prendi il bus, arrivi in centro e inizi a camminare con il tuo passo sicuro, il passo di chi sa dove andare, di chi conosce l’inizio e la fine della strada, riconosce muri e semafori, colori e odori.

Sei esattamente dove dovresti essere, riprendi il tuo monologo interiore interrotto anni fa, ti confondi tra la folla che ti somiglia, non sei straniero, sei parte del tutto, sei un tassello del mosaico, sei un cittadino tra i concittadini.

Continui a camminare, senza chiedere informazioni, raggiungendo le tue mete, senza perderti, senza sorprenderti se non della bellezza dalla quale sei stato così tanto lontano.

Continui a camminare tranquillo, con le membra rilassate, con i pensieri liberi di allontanarsi e poi tornare, con lo sguardo distratto, il sorriso abbozzato, le mani in tasca e quella serenità così facile che hai solo quando sei, finalmente, a casa.

13 commenti su “Chez moi”

  1. io continuo a ripeterti che devi necessariamente scrivere…………sei eccezionale

  2. tempo fa scrissi un post simile, molto simile a questo, e conclusi: “casa non è dove sei nato, ma dove ritrovi, finalmente, te stesso”. Buona permanenza, Dania :)

  3. piu’ che altro e’ essere altrove. sempre meglio che stare dove si e’ costretti a vivere.

  4. T’avevo scritto una volta quando parlavi di coppia aperta vs. fedeli. Oggi, pomeriggio a fare gorgheggi con il secondo figlio di 3 mesi, mentre il grande e la madre sono in giro. Fuori dalla finestra, il mare. Quanto sono diverse le nostre scelte? Eppure, leggendoti mi sembra che ti calzi come un cappotto vecchio (cit.) questa frase: “Mi pare che sarò sempre felice dove non sono” [Baudelaire citato da Paul Auster]. Io me la sono segnata per crogiolarmicisi su (si dirà crogiolarmicisi?)
    Ah, signur.

  5. Casa è la prossima città sconosciuta. E’ il bar in cui entrerai per metterti in sintonia con il posto in cui sei. E’ la strada dove risuonano i tuoi passi, alzi lo sguardo e una luce dietro una finestra ti scalda come se fossi lì da sempre, come se ci tornassi ogni volta, eppure è la prima volta. E’ una canzone suonata e cantata nella stanza del tuo cervello

  6. Io quando vedo (ma vedo solo) città come Lisbona, New York, o Sydney, ci penso e piango, è una sindrome di Stendhal o cosa? Non lo so, vicino casa la città che mi fa sentire a casa è Napoli, grande, grande, grande, nel suo cuore e nella mia anima da sempre.

  7. …ad un amico antico,quando il vino e’ buono ,l’incontro promette e qualche pillola di saggezza esce fuori, capita spesso di interrogarsi se siamo diventati piu’ saggi o piu’ banali.
    buona giornata

  8. A me capita sempre quando sbarco a Venezia. Saltando con scioltezza su e giù dai vaporetti per il dedalo di calli, correndo, a volte, senza intolfarmi nella pazza folla di turisti.

  9. gran bel blog! complimenti… un appunto, ti manca un po di cucina a chez toi! sarò ben lieta di aiutarti… vieni a trovarmi chez moi!

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