Da qualcosa poi dovrai ricominciare.
E decidi di partire dalle parole.
Dalle parole delle amiche che ripeti come un mantra, dalle parole di chi ti conosce davvero e ti ha capita e ti ama senza porti condizioni e ti dice ce la fai anche stavolta, devi crederci anche tu, devi prendere il dolore e trasformarlo in rabbia, devi prendere a calci in culo il destino.
Dalle parole dei libri, che divori come un tempo, che trascini nei viaggi in treno verso luoghi in cui non sai nemmeno se vuoi andare. Le parole di qualcuno che non conosci e che ti sembra ti conosca da sempre. Le parole che ti dicono ah, è così per tutti, è umano questo stropicciarsi il cuore, questo rimanere senza fiato per l’abbandono, per l’attesa. Le parole che ti dicono non muori per amore e se muori ne è valsa la pena, perché vale sempre la pena amare, anche se non sei amata, anche se smetti di amare. Le parole scritte da quelli bravi, quelli che sanno arrivare in quel punto del cervello in cui nascondevi le tue paure e i tuoi desideri e sanno tirarteli fuori e farli scivolare nella pancia e farti sorridere e farti dimenticare oggi e ieri e, a volte, anche domani.
Dalle parole delle canzoni, che ascolti in silenzio, mentre cammini con la testa bassa, con passo veloce.
Dalle parole degli sconosciuti che entreranno nella tua vita, che riempiranno lo spazio vuoto lasciato dalle parole gelide e dai mi dispiace sterili di chi è andato via.
Dalle parole che hai dentro, ma solo quelle al singolare. Quelle che parlano di te, nonostante gli altri. Quelle che dicono sei rimasta e respiri ancora e il tempo di ripartire è arrivato e non credere che finirà qui. C’è ancora un sacco di strada ed è piena di persone e farà bene e poi di nuovo male e poi bene e poi male. Adesso sai che puoi difenderti, ma sai anche che non lo farai, perché hai un cuore kamikaze che continuerà a lanciarsi in picchiata e schiantarsi ancora e ancora.
Domani sarò al Salone del Libro di Torino a intervistare Daria Bignardi. Speriamo di trovare le parole che servono.
E il silenzio, che “orla” ogni parola, è condizione essenziale per esaltarne la potenza.
“Non muori per amore e se muori ne è valsa la pena, perché vale sempre la pena amare, anche se non sei amata, anche se smetti di amare.” Proprio questo, proprio così. Un abbraccio grande.
grazie
Vivo le stesse sensazioni..stiamo attraversando la stessa tempesta, il mio cuore si è appena schiantato
Che fatica, vero?
allora domani passo a salutarti. ciao
Dania, te lo devo dire. io di solito non commento mai, non mi pare di aver nulla da dire sulle vite degli altri, magari (spesso) tumblero, perché adoro tener traccia di emozioni che verbalizzano meglio quello che provo.
ecco, saran due mesi, che tumblero quasi tutto quello che scrivi, e lo taggo sempre “Sorelle”.
Questo destino comune che è un po’ amaro e un po’ dolce.
….
5 minuti dopo i puntini e non riesco a trovare qualcosa da dirti… mi viene spontaneo “mi spiace” ma so che apparirebbe stupido detto da una sconosciuta.
mmm fai finta che ti sia passata di fianco, che abbia urtato contro di te e ti abbia semplicemente sorriso e fatto un piccolo insignificante occhiolino!
..l’altra sera mi hanno detto: ti dico un segreto, l’amore è un interruttore, basta spegnerlo. So di essere malata, ma non voglio spegnerlo, voglio soffrire ancora un pò
brava e bella!
Io vivo di attese ed ogni giorno l’attesa mi logora, attendo che qualcosa cambi, che chi è importante per me si accorga che esisto, attendo e come te umanamente mi “stropiccio il cuore” ogni giorno perché, per qualche motivo che non riesco a capire, c’è sempre qualcuno più importante di me nella vita delle persone che mi interessano. Sei davvero grande!
e infatti mi chiedevo ma che per caso la dottoressadania ed io passiamo un moment(ucci)o simile? mi sa di sì. a questo punto mi sa proprio di sì.
parla che ti riparli, leggi che ti rileggi, analizza che ti rianalizzi, a un certo punto decidi che armiamomi e partiamo. io credo che partirò da quanto a noia mi sono venuta a forza di lamentele.
basterebbe soltanto, soltanto, e dico soltanto, riuscire a chiudere in un barattolo di fermenti lattici il monopensiero, sperando che lo trasformino in un buon erborinato.
il carabiniere che cercava invano di appoggiarsi alle natiche di Debra Jo Fondren nel 1980 no, non ero io.
Perchè io ho fatto il militare nei lagunari, io.