La nuova abitudine

C’è questa nuova abitudine che mi piace molto.

Quando cominci ad avere nuove abitudini, il tuo bar, la tua bancarella della verdura preferita, l’angolo dove dare gli appuntamenti, il tuo ufficio postale, quando cominci ad avere nuove abitudini ti senti a casa.

C’è questa nuova abitudine che mi piace molto che è iniziare a bere l’aperitivo con le amiche in un locale, per poi spostarci in un altro a mangiare dolci e bere vino. È un rituale che è nato come tutti i rituali, un po’ per caso e un po’ per destino, com’è nata la nostra amicizia, che poi io, un anno fa, non uscivo mai con loro e adesso sono le persone che cerco quando mi succede qualcosa di bello e quando, ahia!, mi succedono le cose brutte, quando la nostalgia mi assale, quando non ho muri abbastanza duri contro cui sbattere la testa, quando ho bisogno di qualcuno che mi salvi la vita.

E una sera eravamo lì, a bere e poi camminare e poi bere ancora vino e scegliere i dolci e lì, mentre raccontavamo la nostra quotidianità così terribilmente importante, il marito di un’amica ha detto una cosa così semplice e bella che avrei voluto pensare da me.

Lui ha detto, tra un bicchiere di Nero d’Avola e un boccone di cheesecake, che si smette di scrivere tanto e appassionatamente quando non si ha più bisogno di mandare messaggi.

E io ho capito perché quest’anno ho scritto tanto, perché dovevo dire le cose, a chi avrei voluto dirle e a chi no. Ho capito che avevo bisogno di lanciare segnali, di aspettare che la corrente trascinasse i miei messaggi nella bottiglia, avevo bisogno di parlare ad alta voce e avere qualcuno che ascoltasse, qualcuno soprattutto sconosciuto e attento.

C’è questa nuova abitudine che mi piace molto, che è capire me stessa ascoltando gli altri, che è bere vino con persone belle, che è sentirmi a casa in questa Milano che ha angoli nuovi e il sole caldo anche a novembre.

8 commenti su “La nuova abitudine”

  1. Io adoro questa donna, che mi fa amare ancora di più la mia Milano. Perchè me la fa vedere con altri occhi questa città che sa farsi odiare, che sa farti venir voglia di emigrare ma tanto poi sai – magari perchè c’hai provato – che a quelle abitudini, a quelle piccole certezze difficilmente riuscirai a rinunciare. in fondo, è solo di questo che abbiamo bisogno quando ci dobbiamo rinnovare: costruire nuove piacevoli abitudini.
    Speriamo solo che voglia continuare a mettere i suoi messaggi in bottiglia.

  2. Sono completamente d’accordo: scrivere per l’urgenza di dire di comunicare. ma anche, qualche volta, con l’intento di cercare e scavare dentro sé stessi…

  3. Ciao, sono arrivato per caso, via Twitter, proprio stanotte. E mi è piaciuto tanto il tuo post. E da così lontano, dove mi trovo, ha anche rimesso in circolo la perenne nostalgia d’Italia.

    È molto bello capire se stessi ascoltando gli altri… Ciao!

  4. E’ talmente rincoglionito che se n’e’ accorto il giorno dopo, che si era dimesso. “ah belin ma, tutta quella cosa, che ho fatto, quelle persone che io firmavo firmavo… e mi parlavano…ma vuoi dire che era perche’ andavo via ??? cribio ! ma come e’possibile sta cosa!…” […]
    ‘aripijate……..nonno

  5. Ed e’ per questo che avevo un blog fino a quando sono stata la ragazza del mio ex… Pero scrivere mi manca tantissimo. Continua cosi Dania, sei fortissima!!!
    Sciby

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