Sopravvissuti a tre giorni tra i Sassi, circondati da facce poco rassicuranti, pensiamo sia nostro dovere addestrare le future generazioni di cittadini virtuali ad affrontare tali eventi, volgarmente detti 2.0.
Sull’esempio di ben più autorevoli comunità (trekker, adoratori di Satana, amanti della briscola, PowerSeller di ebay), anche i blogger hanno preso la buona abitudine di incontrarsi, con assidua frequenza, al di fuori dello spazio virtuale.
Si sono diffuse le non conferenze, momenti di irresponsabile incontro, chiamati BarCamp, il cui prefisso alcolico indica la fonte d’ispirazione del frequentatore abituale della rete e il cui suffisso agreste denota chiaramente a quale mestiere siano state rubate le sue braccia.
Dopo i primi timidi raduni, per lo più spontanei, di pochi disagiati digitatori avanguardisti, gli incontri si sono trasformati in momento di socializzazione di varia umanità.
Per riuscire a preservare la sanità mentale, dopo giornate di comunicazione e comunicatori selvaggi, è bene leggere le poche note che seguono, in cui vengono elencati i più diffusi atteggiamenti da BarCamp e le strategie per affrontarli senza danno.
Spontaneità
Sebbene nell’ultimo anno la tendenza del BarCamp sia quella di trasformarsi in una conferenza vera e propria, rimane un evento aperto al contributo di chiunque e autogestito. Ogni partecipante può diventare relatore, sobillatore, disturbatore o animatore.
Puoi decidere di improvvisare un intervento, di non ascoltare quelli degli altri, di stare seduto al bar tutto il giorno. Cerca di approfittare dello spirito di libertà che pervade i barcampisti. Alla fine, qualunque cosa tu decida di fare, verrai comunque criticato da qualche altro partecipante.
Contenuti
Ogni BarCamp ha un tema principale, che si suppone (sebbene non sia obbligatorio) venga ripreso dai diversi relatori. Il sottotesto di ogni raduno, però, rimane l’alcol, motivo per cui tutti gli interventi post orario di aperitivo risultano clamorosamente deserti.
Buona regola per poter ascoltare il più possibile è quella di arrivare già brilli, concedendosi un po’ di vantaggio su tutti gli altri.
Protesi
Ai primi BarCamp si partecipava con pesantissimi notebook, trasportati a tracolla da blogger gobbi. Poi sono arrivati i pc ultraleggeri, i micromac, gli smartphone, i superslim e gli invisibili.
I BarCamp sono gli unici eventi dove più piccolo è meglio è.
L’unica cosa che tutti tendono a ingrossare è il proprio pagerank.
Dall’iconoclastia alla nipponizzazione
Mentre nei primi eventi, all’alba dei blog, vigeva il divieto assoluto di ritrarre i blogger, che preservavano morbosamente il loro anonimato, gli ultimi BarCamp si sono trasformati in raduni di ciclopi-reflex che fotografano ogni frammento della giornata.
Come un piccione circondato da giapponesi in Piazza San Marco, il blogger si ritrova immortalato in centinaia di scatti, in ogni posa (dis)umanamente concepibile, che vengono, spesso senza alcuna selezione a priori, uploadati sulle più diffuse piattaforme di condivisione di foto.
Se sei soggetto di uno scatto infelice, la cui apparizione in rete ha gettato la tua autostima nell’inceneritore di Acerra, basterà richiedere al fotografo di rimuovere l’immagine in questione. Se, invece, vuoi assolutamente evitare di apparire in una qualsivoglia fotografia, partecipa all’evento indossando un passamontagna.
Sesso
A seconda della tua capacità di improvvisazione e del tuo grado di depilazione, il BarCamp potrebbe essere un ottimo momento per intrattenere rapporti sessuali. Ricordati solo di: evitare di copulare in spazi aperti a causa del fenomeno dei ciclopi-reflex di cui al punto precedente; accertarti che il partner ufficiale del blogger che hai sedotto sia distante almeno un km dal luogo in cui consumate; specificare se desideri o meno che l’altro twitti, in tempo reale, la vostra performance; lavarti le mani quando rientri al BarCamp, prima di stringere le mani agli altri partecipanti.
Conclusioni
Non esiste un modo giusto o sbagliato per partecipare ad un BarCamp. Qualunque sia la tipologia della tua presenza in rete e il motivo che ti spinge a socializzare, dal vivo, con altri blogger, l’unica cosa che dovresti cercare di fare è rilassarti, divertirti e prenderti, sempre, poco sul serio.
E se mi incroci, ricorda di offrirmi da bere.
Vorrei ringraziare, con un po’ di ritardo, tutti coloro che hanno reso così divertenti i 3 giorni a Matera miei e dell’architetto. Siete tantissimi e voglio bene a -quasi- tutti.
In particolare, ringrazio Antonio per averci scarrozzati dall’aeroporto alla profonda Lucania (e ritorno) e Maxime per aver girato con me uno dei video più divertenti della storia del web e per averlo, poi, cancellato per errore dall’hard disk.
Per chi volesse ascoltare il gossip 2.0 dal vivo, l’appuntamento è stasera, alle 22, A letto con Dania.