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Quella volta che sono diventata David Trueba (ovvero della menzogna sul web)

Vi riassumo in breve quello che succede su tumblr e come questo modifichi la nostra idea di realtà.

Un paio di anni fa ho scritto questo.

Terminava in questo modo:

“E io ho capito, in questo anno di rimpianti, speranze, persone, tante parole e tantissimi silenzi, una verità crudele e dolce, che mi ha fatta sentire completamente adulta: la vita non è l’insieme di tutto quello che abbiamo perso, ma la somma di tutto quello che ci è rimasto.
Allora prendo la vita che mi resta e provo a viverla, perché quello che mi aspetta non può che essere il migliore dei futuri possibili.”

Sì, lo so. Quando mi impegno scrivo cose belle. Poi mia mamma le legge e mi chiama per dirmi “core de mamma, vedi che non sei proprio l’ultima dei cretini?”.

Queste righe sono state tumblerate tanto, poi postate sui gruppi di Facebook, poi altrove. Il fatto che le avessi scritte io si è perso nella nebbia.

Un genio, un anno fa, le ha postate attribuendole a David Trueba, affermando che erano tratte dal suo libro “Quattro amici”, libro pubblicato nel 2003, un bel po’ di anni prima che io potessi anche solo pensarle. È stata tumblerata centinaia e centinaia di volte. Cioè, mi dovrei sentire anche lusingata! E a ruota, altri furbi, non sapendo nemmeno chi fosse Trueba, hanno riportato la stessa citazione in quei siti che raccolgo aforismi di tizio e caio, sempre attribuendola a lui.

Ecco, io mi immagino quello che, leggendo la frase, dice “ah, bravo ‘sto Trueba, mo’ mi compro il libro”, per poi non trovare traccia di queste righe.

Penserà che gli hanno venduto una copia difettosa.

Così, per dire che su tumblr si crea, spesso in buona fede, una nuova intelligenza collettiva che attribuisce i vostri pensieri a Trueba.

Che, comunque, adesso mi deve dei lettori. Dico lui, Trueba.

Io non dimentico.

Adesso gli scrivo un’email.

Pensa se

Pensa se, anni fa, ti avessero detto che un giorno non ti saresti liberata più dei tuoi fantasmi, che avresti incontrato il tuo passato in tutto il tuo futuro, che non avresti più avuto la possibilità di dimenticare una faccia, di rimarginare una ferita.

Pensa se ti avessero detto che un giorno saresti inciampata, tuo malgrado, nelle foto felici in cui non compari, nei racconti allegri di chi ti ha ferito senza ferirsi, nei resoconti dettagliati ed esibizionisti di amori che potevano essere tuoi.

Pensa se ti avessero detto che la vita di chi non vuoi più nella tua vita ti sarebbe apparsa davanti, che i gradi di separazione sarebbero spariti, che nessun posto sarebbe stato abbastanza lontano e abbastanza protetto, che, nonostante la distanza, avresti vissuto nello stesso spazio stretto e fluido di chi ti ha spezzato il cuore.

Pensa se ti avessero detto che un giorno saresti stata vittima dei social network.

Avresti sicuramente pensato «bella merda!».