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Ora e sempre Resistenza!

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

(Lapide ad ignominia – Pietro Calamandrei)

Per ricordare quelli che scelsero di stare dalla parte giusta, di diventare, senza volerlo, eroi e di regalare a me e a voi questa tanto bistrattata libertà.

Vi segnalo il lavoro di questi giovani resistenti della Brigata Barabba, che da un paio di anni raccolgono racconti sui partigiani e li leggono in giro per l’Italia. Oggi esce il loro libro chiamato Schegge di Liberazione, che contiene alcuni dei brani prodotti dai nuovi volontari della memoria nei mesi passati. Hanno fatto anche un’ebook. È bello, leggetelo!

E resistete, sempre!

Resistenti

e poi mi capita che parto per l’Umbria dove faccio il mio spettacolo sul manicomio
e poi a Perugia parcheggio in un parcheggio che si chiama Parcheggio Partigiani che si chiama così perché sta vicino a Piazza Partigiani ma io penso che sembra che in questo posto ci parcheggiano i partigiani e tutti gli anni per il 25 aprile li tirano fuori per portarli in giro nelle scuole e in televisione e nelle interviste sui giornali per fargli raccontare di quanto erano bravi loro a liberare l’Italia dai Tedeschi e dai fascisti
e poi il 26 aprile li rimettono al Parcheggio Partigiani fino al prossimo anno e allora mi viene da pensare che i Tedeschi e i fascisti hanno proprio vinto la guerra perché per tutto il resto dell’anno ci stanno i figli e i nipoti dei fascisti e gli amici dei fascisti e certe volte i fascisti stessi in persona a comandare in questo nostro paese che si ricorda di essere antifascista solo un giorno all’anno e tutto il resto dell’anno uno se ne può pure andare in giro a fare il saluto fascista per strada e dentro agli stadi di calcio in diretta televisiva che tanto non gli dicono niente pure se sessanta anni fa ci avevano detto che era un reato fare quel gesto da deficienti

Ascanio Celestini – Prefazione al libro Resistenti, Leva militare ‘926 – R. Biagiarelli, F. Niccolini, F. Sprega.

Oggi abbiamo fatto qualche esercizio di memoria, felici di aver avuto in famiglia qualcuno che ha combattuto dalla parte giusta, resistendo.

Il privilegio della memoria

“C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m’intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l’operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l’uomo contro l’uomo.”

Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino.

La storia è già stata scritta. A noi il dovere di conservarne giusta memoria.