Il privilegio della memoria

“C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m’intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l’operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l’uomo contro l’uomo.”

Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino.

La storia è già stata scritta. A noi il dovere di conservarne giusta memoria.

13 commenti su “Il privilegio della memoria”

  1. Una citazione perfetta. Aggiungo solo: a noi il dovere di conservarne giusta memoria con memoria giusta.
    Buon 25 aprile.

  2. Ho letto il libro, proprio oggi, in treno, tornando da Milano. Sono state pagine illuminanti. Tutti dovrebbero proteggere la nostra storia!

  3. Anche a Berlusconi e ai suoi scagnozzi piace molto la storia d’Italia. Sono talmente contenti che ne stanno scrivendo una nuova; che a breve sarà sui banchi di scuola dei vostri bambini.
    Un 25 aprile come questo, con gli italiani che apprezzano queste barbarie, è una sconfitta bruciante per il sangue versato. Quello stesso sangue che ha permesso non solo a me di esprimermi, ma anche a loro di governare oggi.
    Perchè, nonostante tutto, è giusto così.

  4. Lancio una piccola provocazione al tuo commento.
    Gli ebrei sopravvissuti allo sterminio dei lager lo han fatto: si sono chiesti perché si son lasciati sterminare, senza far molto… quel popolo contradditorio è capace di grandi domande.
    Ora: forse toccherebbe a noi, che stiamo vivendo un preoccupante svuotamento di ideali, farci la stessa domanda.
    Ci fa veramente così comodo urlare alla demonizzazione di un personaggio o sarebbe opportuno rimboccarci le maniche e proporre qualcosa di alternativo che sta in piedi?
    Non credo ci sia rimasto troppo tempo…

    PS Non ho risposte concrete alla domanda e non so se son riuscita a esprimere bene questo concetto, ma è quello che mi sta frullando in testa da troppi mesi.

  5. Nel mio piccolo, provo a fare quello che posso. Leggo, scrivo, mi indigno, parlo con i vecchi partigiani che conosco e che sono ancora in vita. Ma io valgo un cazzo. Se lo facessero in tanti, forse avrebbe più valore.

I commenti sono chiusi.