L’ennesimo terzo giorno

“E mentre eri via hanno fatto un casino. Hanno fatto proteste, manifestazioni e guerre. Hanno costruito palazzi enormi e case e scuole per la loro propaganda. Hanno chiesto soldi, hanno ottenuto soldi e hanno accumulato soldi e potere. Hanno occupato le televisioni, i giornali, le piazze per distogliere l’attenzione dalle loro atrocità. Non hanno risparmiato né donne né bambini. Anzi, si sono accaniti soprattutto con donne e bambini. Hanno stuprato, umiliato e torturato e non sono mai stati puniti. Se la sono presa con la scienza, con la tecnologia, con il progresso. E dicevano che li avevi mandati tu.”

“Cristo!”

“Pensi di risorgere anche quest’anno?”

“Bah, se continua così, è l’ultima volta che faccio ‘sto favore a mio padre.”

Auguri.

2 commenti su “L’ennesimo terzo giorno”

  1. Cristo: “Sì, ma ci sono stati milioni di uomini, in questi 20 secoli, che nel mio nome hanno perdonato i loro nemici, hanno aiutato i loro fratelli, hanno donato la loro vita.
    Sono triste che tanti nel mio nome abbiano fatto del male, ma è per i tanti che nel mio nome hanno fatto del bene che continuo a morire ogni anno il venerdì santo e a risorgere a Pasqua.”

  2. “Secondo il Vangelo ufficiale scritto dagli apostoli,
    Gesù accettò di morire sulla croce per salvare gli uomini dal peccato.
    Beh, insomma, la storia la sapete anche voi,
    Lui era figlio di Dio e già in cielo lo aspettava una comoda poltrona di fianco al padre,
    come vice presidente della Paradiso S.p.A.

    Ma pare che fosse esistito un tredicesimo apostolo che raccontò che la storia della crocifissione andò diversamente e di parecchio,anche.

    Intanto il nome di questo Apostolo ci è tutt’ora sconosciuto,
    tanto da pensare che fu uno di quelli che inventò poi i famosi Vangeli Apocrifi.

    Comunque pare che quella volta andò così :

    Gesù era già stato legato sulla croce da tre centurioni romani, che se la spassavano bevendo vino,
    pensando di gustarsi poi la scena di tutto quel disumano martirio.

    I piedi di Gesù erano già saldamente fissati al palo verticale con delle corde,
    e la mano sinistra già inchiodata al palo orizzontale da un lungo chiodo.

    Intanto Gesù era tra il basito e l’ incuriosito.

    “Chissà cosa hanno in mente di fare questi tre tapini ?!” pensava tra sé e sé.

    Uno dei centurioni decise di finire il fissaggio alla croce di Gesù, prese quindi un lungo chiodo e lo puntò sul polso del condannato, mentre un secondo centurione si preparò a dare una bella martellata sul chiodo.

    “Ah, ma guarda questi !” esclamò Gesù
    “…ma proprio pensano che io mi lasci infilare come un tordo !
    Aspetta un po’ !”

    Avendo ancora la mano destra libera, Gesù strappò di mano il chiodo al primo centurione e glielo scagliò diritto nella zucca.
    E fece centro al primo colpo, perché il chiodo si piantò nel cranio del soldato, facendolo secco di botto.
    Il secondo soldato si spaventò immediatamente : cosa stava succedendo ?
    Ma non fece tempo a pensare ad altro che Gesù strappò il chiodo che gli bloccava la mano sinistra e come se fosse una spilla,
    lo puntò diritto al cuore del secondo soldato trafiggendolo ben a fondo.

    Il terzo centurione a quel punto si fece la cacca nei pantaloni : Gesù si stava liberando dalla croce !

    Ed infatti con un colpo secco spezzò le corde che gli stringevano le caviglie e saltò giù dalla croce.

    Poi strappò la croce dal suolo in cui era ficcata e la spaccò sulla zucca del terzo rimbambito.

    “Ah !” esclamò Gesù “…finalmente libero !
    Ma cosa credevano questi tre imbecilli ?…va bene scherzare un poco, ma poi si esagera !”

    Così raccolse da terra un pezzo della croce, un lungo legno che assomigliava ad un nodoso bastone.

    “Beh !…penso che il babbo possa aspettare ancora un po’ la mia ascesa al cielo.
    Qui sulla terra ci sono delle persone che sarà meglio sistemare,
    perché a lasciarle libere risultano sin troppo pericolose !”

    Immediatamente dal cielo della Palestina, che era scuro come l’inchiostro, arrivò un raggio di luce.

    “Gesù, Gesù !” esclamò una voce tonante “ ma che hai fatto ?
    Le cose non dovevano andare così !”

    “Senti Babbo, tu la fai facile, ma a me m’hanno fatto incazzare !”

    “Ah, sì ?…ti ribelli al mio copione ?…beh, da ora ti chiamerò “Diavolo”.”

    “Ma che Diavolo d’ Egitto !” esclamò Gesù scocciato.
    Sarò al massimo un “Povero Diavolo”, visto la fine che volevano farmi fare questi tre sciagurati !”

    “Gesù, aspetta, non te ne andare !” ribadì la voce dall’alto dei cieli.
    “Se non ti andava bene la prima, possiamo fare una seconda !”

    “No,No… non si fa un bel niente.
    Io da adesso faccio il “Povero Diavolo” e vado in giro a raddrizzare i torti usando questo bel bastone !”

    Insomma non ci fu nulla da fare :
    Dio non riuscì a convincere Gesù a morire in croce per salvare gli uomini e credendo di punirlo affinché obbedisse,
    lo condannò a girovagare sulla terra in eterno,
    fino a che non decidesse a compiere l’estremo sacrificio.

    Insomma, le cose erano andate così, secondo questo sconosciuto quattordicesimo Apostolo.

    Logico che questa storia è tutta una bubbola secondo i molti,
    ma secondo alcuni studiosi pare che ci sia un fondo di verità.

    Mai rompere le palle ad un Povero Diavolo, altrimenti poi te le rompe per bene lui : palle, corna e tutto il resto.

    Io non so cosa c’è di vero in questa parabola,
    perché cerco sempre di comportarmi bene con il mio prossimo,
    ma un amico mi ha raccontato che i Poveri Diavoli esistono per davvero !!

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