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Fuori sta piovendo di brutto

Scrivo queste righe di notte, quando ormai nessuno legge più, perché impegnato a vivere la sua vita o a immaginarne una.

Scrivo con tre birre medie e un bicchiere di rum in corpo, che ti aprono la mente e ti rimescolano le budella, che ti fanno sentire vivo e disperato, disperato e pronto a tutto, pronto a tutto e coraggioso.

Scrivo per dirti che avevamo una cosa che non si era vista mai e che non è andata, che eravamo due che nemmeno nei romanzi più arditi potevano stare insieme e c’eravamo, che potevamo costruire castelli che le principesse fighe di legno se li sognano, che bastava allungare una mano per toccare il paradiso.

E invece no. Perché i fantasmi degli amori passati non ci lasciano, perché io ho il coraggio che tu non hai e forse è solo incoscienza, perché forse non mi ami abbastanza, perché a volte è più difficile rinunciare che accontentarci.

Fuori sta piovendo di brutto e io non avevo l’ombrello. Sono tornata a casa con gli anfibi e il parka zuppi di pioggia. Ti avrei scritto come mi sentivo, ma tu non eri già più.

Domani è venerdì e devo ricominciare tutto. Da capo. Tutto.

Da capo.

Tutto.

Promesso

In questi giorni pioveva. C’erano molte più di 50 sfumature di grigio. Era grigio il cielo, grigio l’asfalto, le pareti, i marciapiedi, i visi, l’umore.

Poi ha smesso. Ho indossato un abito leggero per far prendere aria all’abbronzature che va via. Non volevo farmi rubare la fine dell’estate.

Ho pensato a molte cose, molte cose inutili. Lo sapevi che il correttore per le occhiaie va steso dopo il fondotinta? E che solo le anguille femmina sono capitoni? E che è uscito il nuovo libro di Etgar Keret?

Sto cercando lavoro. Nel frattempo leggo, leggo, leggo, guardo film, parlo, leggo, cammino e, a volte scrivo.

Qui è tutto da fare.

Domani mattina metto la sveglia presto. Promesso.

Che poi non è

Ogni tanto qualcuno mi dice sei cambiata, non sei più quella mangiauomini senza cuore, non sei cinica, sei forse meno brillante, meno strafottente, meno carismatica. Allora io penso che si possa cambiare sempre, anche superata l’adolescenza, che possiamo essere altri da noi in ogni momento, quando prendiamo martellate sui denti e sul cuore, quando siamo stanchi, quando la vita ci cambia attorno, quando vogliamo conoscere sapori nuovi, quando non ce la facciamo più, quando gli altri ci abbandonano.

Ieri ho preso un treno che non arrivava da nessuna parte e mi sono messa a leggere quel libro tanto bello che non riesco a finire. Fuori dal finestrino era tutto così brutto che avevi voglia di osservare il panorama dentro. A volte penso a quando prendevamo insieme il treno e poi a tutti i treni della mia vita, quelli per scappare e quelli per tornare. C’è un sacco di vita in attesa sui treni.

E lo so che non sono più la stessa, non importa. Chi non si trasforma spesso muore. E chi resta sempre uguale mi spaventa, chi non ha le budella che si mescolano e creano nuovi dentro.

Stamattina non piove più, ma siamo stati presi in giro. Avevamo scambiato per primavera una cosa che non lo è. Come quando incontri un paio di occhi e ti sembrano quella cosa là. Che poi non è. E ci rimani anche un po’ male. Ma poi ti infili un golfino e aspetti. Non può piovere per sempre. Perché altrimenti vaffanculo.

Disperati e belli

Oggi piove. Non pioveva così tanto da tempo. Milano con la pioggia è Milano, così umida e grigia, così sporca e lucida, così veloce e piena. La osservo dalla finestra e non ho voglia di uscire e il mio mondo è in uno schermo e non ho bisogno di docciarmitruccarmivestirmi per andare a lavorare.

Sono giorni disperati perché non riesco a fare quello che dovrei, non riesco a finire le cose, a scrivere, a pagare i debiti. Sono giorni disperati e belli, perché sono pieni di ritorni, di incontri, di parole e bicchieri di vino.

Ho camminato per chilometri e chilometri e poi il tempo è passato. Un tempo credevo di poter vivere di arte e talento, adesso inizio a credere che servano disciplina e metodo. E fortuna. Serve tanta fortuna.

Mi sono circondata solo di persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. Cammino ancora a zig zag per evitare gli ostacoli e per evitare te. Oggi piove e mi sento serena. Sono giorni disperati e belli. Meno male che ho l’ombrello.