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Mondi nuovi

A vent’anni gli altri sono mondi nuovi. Le persone ti sorprendono, ti insegnano, ti mostrano le cose che non avevi mai notato. E se ti deludono, lo fanno in maniera nuova, in modi che non avevi mai visto né provato. A vent’anni le persone sono prime volte, da gustare, da scoprire, anche quando sono orribili e fanno male.

Crescendo impariamo a capire, a proteggerci, a prevedere. Gli altri diventano categorie, li capiamo con un paio di sguardi, soppesiamo la prima impressione, selezioniamo quelli che ci piacciono e ci somigliano.

Da adulti, gli altri sono linguaggi decifrabili, sono libri da leggere, anche quando sono noiosi o faticosi. Alcuni sono repliche di persone già incontrate, già amate, già lasciate.

È sempre più raro che le persone ti sorprendano quando diventi maturo e corri verso gli ‘anta, tuo malgrado. Eppure accade, in circostanze molto fortunate, di inciampare in due occhi che sono pianeti completamente nuovi, mai visti, mai provati. Incontrare una persona che non riesci a decifrare, alla mia età, è un evento che scuote, è un terremoto, è uno tzunami.

E cerchi di capire e di inquadrare e di cogliere somiglianze e trovare una chiave di lettura e non c’è nulla che possa aiutarti a comprendere la persona speciale. Puoi solo viverla per conoscerla.

È bello e spaventoso stupirsi di un altro. Un altro tanto unico che non ne avevi conosciuti mai così. Un altro che ti ha costretta a usare parole nuove. Un altro che non vuoi perdere. Un altro che diventa una prima volta che conserverai per sempre nella memoria, come il biglietto di quel concerto nascosto tra le pagine del vecchio diario, che sbuca fuori all’improvviso e ti ricorda quanto è bello vivere.

Metà mela #5

Insomma, tu saresti anche pronta per ricominciare.

Non piangi da mesi, non guardi più in continuazione il telefono in attesa di un segnale, hai ripreso a mangiare (anche troppo e ti tocca rimetterti a dieta), hai cambiato città, hai cambiato amici, hai cambiato taglio di capelli, hai cambiato vita.

E ci sono gli uomini di passaggio: qualche settimana, qualche mese, qualche giorno, qualche ora.

Cominci a ricambiare gli sguardi, inizi a flirtare via chat, accetti appuntamenti, indossi tacchi a spillo per andare a fare la spesa, vai in palestra tutti i giorni, leggi romanzi d’amore, con le amiche parli esclusivamente di uomini.

Però, perché c’è sempre un maledetto però, non riesci a ripartire da zero. Riparti da uno. Da quello che ti ha devastato il cuore. Diventa il tuo metro, il paragone, l’ideale, il fac simile. Gli uomini che frequenti sono un po’ meno, un po’ più, quasi uguali, circa circa, molto simili, poco simili a lui.

Non si scappa. Non superi la sindrome “come lui nessuno mai”. Ti trascini un modello di partner ideale che non riavrai più indietro.

E non ti accorgi che non è ideale per te. È sbagliato, è crudele, è cattivo. Perché volere un uomo simile a quello che ci ha spezzato il cuore?

Perché siamo donne.

Passeremo tutto il resto della vita a cercare di cambiare i maschi per farli diventare uguali a come vorremmo che fossero.

Perché siamo donne.

Possiamo soffrire come cani, ma continueremo a credere nella sua redenzione.

Fino a quando non guariremo della “sindrome dello stronzo che come lui nessuno mai”, non saremo mai completamente pronte.

L’unica è trovare un uomo ancora più perfetto per noi, l’unica è riavere le farfalle nello stomaco, l’unica è stare di nuovo male male male per sentirsi bene bene bene.

L’unica è aspettare ancora un po’.

E, nell’attesa, continuare a darla via, per non perdere l’allenamento.

 

101 modi per far soffrire gli uomini

Finalmente è uscito. Lo trovate nelle migliori o peggiori librerie, oppure potete ordinarlo online o acquistarlo in e-book.

Daniela Farnese (sono io, eh!) “101 modi per far soffrire gli uomini“, ed. Newton Compton, prefazione di Luca Bizzarri.

Un libro per donne che amano troppo e che devono imparare e difendersi e per uomini che vogliono capire come ragionano le femmine. Un libro per ridere e sorridere delle relazioni di coppia.

Qui la premessa: 

Grazie a Piera e Vinx per le foto

Chi l’avrebbe mai detto

Martedì dormirò per la prima volta nella nuova casa milanese.

Giovedì, 27 ottobre, uscirà il mio libro “101 modi per far soffrire gli uomini“, edito da Newton Compton, con la prefazione di Luca Bizzarri. Un manuale di sopravvivenza, ironico ma non troppo, per donne che amano troppo e non hanno ancora imparato a difendersi. Un libro anche per gli uomini, che sottovalutano spesso le loro compagne. Se non lo comprate, potrebbe esplodervi il naso.

Ho scoperto che si impara a essere felici, ma ci vuole pazienza.

Mi sono accorta che la fortuna è qualcosa che arriva e poi passa, che nessuno la merita davvero, che si può fare a meno di tante cose, ma non della serenità.

Ho ripreso a mangiare come una scrofa incinta.

Sto per cambiare montatura degli occhiali.

Vorrei dire a tutti quelli sulle cui spalle ho pianto per mesi che voglio loro un gran bene.

 

Prontuario di frasi dolci per maledetti ex amori

Di tutte le persone che odio, tu sei quello a cui voglio più bene.

Potrai sempre contare su di me, se riuscirai a trovarmi.

Restiamo amici, vorrei continuare a poter ridere di te.

Ti auguro tutta la felicità del mondo, tra una disgrazia e l’altra.

Non troverò mai più nessuno come te, ringraziandoiddio!

Spero che lei ti possa dare quello che non sono riuscita a darti io: l’herpes e la sifilide.

Non fraintendermi, non provo alcun rancore nei tuoi confronti. Questo è disprezzo.

È inutile stare qui a dividerci le colpe. Sono tutte tue.

Se un giorno vorrai tornare da me, io ti aspetterò. Con un randello in mano.

Mi mancherai sempre, fino al giorno della tua prematura morte.

Come quelle donne

Avrei voluto essere come quelle donne leggere, che hanno i sorrisi che coinvolgono, che hanno gli occhi chiari che brillano. Quelle donne dolci, che sembrano eterne ragazzine, che parlano sottovoce, che ridono per le sciocchezze, che piangono per le canzoni d’amore. Avrei voluto essere come quelle donne fragili, che devono essere protette, che devono essere difese, quelle donne che ti fanno sentire forte, che ti fanno sentire uomo. Avrei voluto essere come quelle donne che sbagliano, ma si perdonano sempre, che dimenticano in fretta, che ti lasciano con il cuore a pezzi, ma non si sentono in colpa. Quelle donne che sono il centro del mondo, che sono le regine della festa, quelle donne facili da amare, quelle donne semplici. Avrei voluto essere come quelle donne che parlano a chiunque di sentimenti, che si innamorano con un bacio e smettono di amare all’improvviso, senza rimpianti. Avrei voluto essere come quelle donne che sanno mentire, che sanno mentire a se stesse, che sanno dimenticare, che bevono con le amiche e tutto passa, che ballano sotto la luna e tutto è a posto.

Avrei voluto non dover fare sempre la cosa giusta, non avere le spalle forti, non dover difendere e difendermi, non dover sempre lottare. Avrei voluto perdonarmi, riuscire a dimenticare, avrei voluto saper mentire, avrei voluto saper scappare. Avrei voluto essere meno dura, meno saggia, meno forte. Avrei voluto affidarmi agli altri, essere quella che sbaglia e non quella che aggiusta, essere quella che distrugge e non quella che costruisce, essere quella che sbanda e non quella che regge.

Avrei voluto essere come quelle donne e sono come me, e non l’ho scelto. E non si può cambiare quello che abbiamo così dentro, dentro l’anima. E non si può scegliere di essere diversi da noi stessi.

Ma tu, tu che mi sei accanto tutti i giorni, tu mi hai scelta. Hai scelto me che non sono facile da amare, hai scelto me che porto sulla schiena il peso di tutto il fottuto mondo, hai scelto me che sono sempre in battaglia, che non smetto mai di pensare, che osservo troppo le persone, che capisco troppo, che non mento mai, che pretendo non mi si menta mai. Hai scelto me mille volte e poi ancora e ancora.

E fino a quando continuerai a scegliermi, sarò la donna migliore che posso essere.

Una di voi

Alessandro: -E poi lei si è tagliata i capelli corti. Sono quelle cose che fanno le donne quando vogliono cambiare vita. Le conosco le metafore!-
Dania:- Veramente, quando io taglio i capelli, voglio solo cambiare pettinatura, non vita.-
Alessandro: -Va be’, ma tu non conti. Tu sei Dania.-
Alessandro: -Tu sei una di noi.-

Non possiamo essere amici

Non possiamo essere amici perché per te è più importante apparire che essere.
Non possiamo essere amici perché per te il denaro viene prima degli affetti.
Non possiamo essere amici perché credi che tutti abbiano un prezzo.
Non possiamo essere amici perché preferisci la televisione ai libri.
Non possiamo essere amici perché pensi che non tutti gli uomini siano uguali.
Non possiamo essere amici perché non ti indigni per le ingiustizie e i sopprusi.
Non possiamo essere amici perché ritieni l’uomo migliore della donna.
Non possiamo essere amici perché ostenti la tua ricchezza.
Non possiamo essere amici perché non entri in un museo da anni.
Non possiamo essere amici perché preferisci la cocacola al chinotto.
Non possiamo essere amici perché credi che i furbi vincano sempre.
Non possiamo essere amici perché pensi che sia giusto evadere le tasse.
Non possiamo essere amici perché curi il tuo aspetto più della tua anima.

Non possiamo essere amici.

Però possiamo fare sesso.

Chiamami.