Pre scriptum

Oggi avevo preso un giorno di ferie e avevo progettato di passarlo a scrivere.

Dopo aver bevuto il caffè, stamattina, ed essermi lavata i capelli, sono andata in posta e al supermercato.

Poi sono passata a recuperare un pacco a casa di mia madre e il pedale della bici mi sembrava non funzionare benissimo e mi sono fermata dal vecchietto che le aggiusta, le bici, per fargli controllare il pezzo.

Sono rientrata e ho pensato che non sarebbe stata una cattiva idea fare una lavatrice, ma prima c’erano tutti i panni delle precedenti lavatrici da sistemare e dopo bisognava appendere tutto con estrema cura, ché il mio compagno dice che faccio la centrifuga troppo elevata e non appendo bene e allora hai voglia a stirare! non verranno mai perfetti!

E si è fatto tardi e, intanto, avevo già mangiato, lavato i piatti e poi ho perso tempo sui social network per spiegare agli amici che a quella festa di sabato, dove c’erano tutti tutti, non ero sbronza, era solo molto stanca.

Poi ho portato il notebook a letto e ho pensato “adesso mi ci metto davvero” ed è arrivato il gatto e siamo stati lì, a poltrire come due felini, mentre il tempo scorreva sul mio senso di colpa.

Adesso sono seduta al tavolo della cucina, che scrivo per non scrivere quello che avrei dovuto scrivere, mentre preparo la cena e penso che dovrei lavare il bagno prima di andare a dormire.

Credo che le ferie non siano fatte per scrivere.

Le ferie sono fatte per fare quelle cose che non puoi fare mentre lavori e che quasi sempre non puoi fare se non lavori.

Per riempire le pagine bianche non ci vogliono le ferie, non basta una pausa dalla routine del lavoro per riuscire a mettere nero su bianco i monologhi interiori accumulati.

Per scrivere forse avrei bisogno di mettermi in malattia, in aspettativa o di vincere una rendita.

Ma se vincessi una rendita forse non avrei più voglia di scrivere. Passerei tutto il tempo a viaggiare. Mi dimenticherei di non aver abbastanza tempo per fare le cose che mi piacerebbe fare e le farei solo quando ho davvero voglia di farle.

Forse sarei più felice.

E di sicuro ci sarebbe qualcun altro a stirare i miei panni troppo centrifugati per essere perfetti.


31 commenti su “Pre scriptum”

  1. Sei partita molto ascanio celestini. poi,forse complice il letto(o il gatto),scalato un lievissimo pendio di astio sei diventata molto tenera, ma sul finire ti sei subito scossa con un discorso puramente economico. ( :) )
    hai concluso un po’amarina,ma da strappare un abbraccio.

    non sara’ nord e sud,ma intanto serve a capire chi si e’,smesso il vestito.(mal stirato!:D skerzo.)
    bacini.

  2. A meno che daniele non lavori per una compagnia di spurgo lavare tutto su delicati? o ti versi addosso sistematicamente il sugo della pizza? ^^

  3. I panni sporchi è giusto lavarli in casa. Ma centrifugarli troppo è sintomo di malessere interiore.

  4. Credo che nel proprio tempo libero non si riesca mai a fare quello che si vorrebbe, anche perché quello che fai è parte di quello che vorresti fare. Io credo di non scrivere un post decente da dicembre!!…

  5. La soluzione è trvarsi un compagno straricco e stra impegnato, così fai quello che ti pare con Daniele e soprattutto non fai la centrifuga

  6. Nota operativa: non rispondete ai twit sul blog. Rispondete su twitter o mandatemi un’email, altrimenti sembriamo un’opera di Ionesco.

  7. Caro anonimo,
    francamente ignoro chi tu sia perché non ti firmi. Gli spazi virtuali sono distinti proprio perché hanno funzioni diverse.
    Ad ogni modo, buona giornata.

  8. Secondo me la funzione e’ solo una, scambiarsi 2 chiacchiere. se poi vogliamo elevare questi -strumenti virtuali- a guru della nostra vita, be allora ok. ma cerchiamo di capire che sono appunto solo “strumenti”. il fine sono le idee,le opinioni. Se non le abbiamo uguali, pazienza. anzi,meglio.
    Buona giornata anche a te daniela! ^^
    spero che oggi ti passi veloce.
    baci!

  9. Tu fai una scelta specifica: se volessi scambiare quattro chiacchiere con me utilizzeresti l’email o il telefono. Scrivendo (ripetutamente e senza mai firmarti) qui, tu vuoi che gli altri leggano, vuoi lasciare una traccia pubblica di quello che scrivi, senza essere troppo coinvolto e sentendoti libero di alzare i toni quando ti gira.
    E lo fai qui e non su twitter o su facebook, perché altrimenti metteresti in gioco la tua identità.
    Sul blog seleziono particolari contenuti e i commenti servono per discutere quei contenuti. Se hai voglia di commentare (senza insultare) quanto scritto qui, bene, se vuoi discutere di cose scritte altrove, dovresti commentare nel posto in cui sono riportate, soprattutto per non costringere gli altri a partecipare a conversazioni surreali di cui non si capisce nulla.
    Gli strumenti hanno funzioni diverse apposta. Un’email non è la bacheca di facebook e facebook non è un blog.
    Poi, va da se’, che le opinioni hanno più valore se uno ha il coraggio di metterci la faccia.

  10. Secondo me l’attacco al cargo di cosiddette “spedizioni umanitarie” e’ piu’ che giustificato.
    Poi se tu la pensi diversamente fai come vuoi.
    Quando non sai dove attaccarti,te la prendi sempre con gli anonimi(o perfino con chi si firma, ma intanto non lo conosci).
    Io non ho nessuna voglia di telefonarti.

    E tu non hai nessuna voglia di parlare con qualcuno che la pensa diversamente da te,
    perche’ sei un po’ viziatina.

    Cmq non commentero’ piu’ se e’ questo che vuoi.

    Il fatto che io sappia chi tu sia o non sia, non me ne frega assolutamente niente,visto che io rispondo a dei pensieri, e non alla mera anagrafica.

    ciao baci.
    spero non lo cancelli altrimenti come ripeto,sei come quelli che cancellano i rimproveri, e lasciano solo le lodi.

    se ti piace sentirti cosi’..

  11. il prossimo che scrive che l’attacco di israele è stato giustificato vado ad ammazzargli la madre. così, solo perchè mi sento minacciato da chi partorisce cretini socialmente pericolosi per il mio regno.

  12. Come potremmo cavarcela quando sarà sparito anche l’ultimo vecchietto capace di aggiustarci la bici?
    Comunque ti capisco, anche per il gatto!
    Sara

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