“Chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa cosa cerca”, diceva l’amico Lello al protagonista Gaetano, in Ricomincio da tre (senza citarne la fonte, come direbbero sul web).
Mi sono sempre chiesta cosa accade a chi torna, invece.
La mia vita è sempre stata una corsa in avanti, nomade, cambiando città come se fossero paia di scarpe, accumulando strati di nostalgia e mazzi di chiavi, abitudini da ricreare in continuazione, scatoloni da riempire.
Questa è l’età in cui fermarsi e guardarsi un po’ indietro, per misurare il cammino e dirsi che tutto sommato è stata una bella distanza. Ed è l’età in cui far pace col passato, i fantasmi, i ricordi mitizzati, gli addii, le occasioni perdute, le scelte fatte.
Sto per partire per un viaggio a ritroso e sono eccitata e un po’ spaventata. Per fortuna, dove sto andando c’è il caffè più buono del mondo.