Cuore

Passa il maxiemendamento del governo al decreto legge del ministro Gelmini.

Oltre ai tagli alla scuola, al voto in decimi e all’orario di lavoro più lungo, torna anche il maestro unico.

E questo unico maestro sarà il Signor Perboni.

11 commenti su “Cuore”

  1. Bisogna abbassare il livello degli esami, a tutti i livelli.
    Non ne possiamo piu’ di ministri costretti a “comprare” i titoli.

  2. La Gelmini nelle ore libere potrebbe insegnare educazione sessuale.Ah gia’ ,dimenticavo siamo tornati ai tempi bui.

  3. Scherzi a parte, è un argomentaccio!
    A parte le cose di pura forma che al limite si possono accogliere (niente di male sul grembiule, così la finiamo con le aspiranti sarlette di 7 anni coi jeans firmati, e sull’educazione civica, così finalmente qualcuno magari memorizza quella roba serissima che è la nostra Costituzione…), la riforma della Gelmini è roba delicata.
    Siamo d’accordo che certe iniziative (tipo quelle che ho appena citato) sono solo fumo mediatico, però la sostanza sono i tagli, che non sono bruscolini.
    Però è anche vero che tutti noi abbiamo aneddoti da raccontare di insegnanti assenteisi, svogliati, o lì solo perchè falliti nella rispettiva professione (ingegneri mancati che insegnano matematica, avvocati mancati che insegnano diritto, architetti mancati che insegnano artistica, interpreti mancati che insegnano lingue…).
    E di fronte a questi esempi, in effetti è difficile difendere la scuola per come è ora (quei quattro gatti che si sono sacrificati a colpi di Sis e lo fanno con passione, ahimè, non sono abbastanza da fare statistica…).
    Non so… Un buon 70% dei miei colleghi aspiranti giornalisti, dopo un paio d’anni di precariato e sfruttamento nel mondo della comunicazione, quando devono decidersi ad uscire di casa e quindi a guadagnare, si risolvono a provare la via dell’insegnamento, o almeno delle supplenze. Così “tiro vicino uno stipendio, ed intanto continuo a provare in quello che davvero mi interessa” è l’attitudine più diffusa.
    Cosa deprimente, perchè la scuola (e soprattutto le nostre nuove generazioni) meriterebbero qualcosa di più.
    Tutti ragionamenti che il mondo della scuola, zeppo di sindacati statalisti di vecchia scuola, non vuole manco prendere in considerazione…
    Allora, mi chiedo, ci dobbiamo davvero stupire che una riforma becera, populista e all’insegna della ristrettezza come quella della Gelmini, alla fine non sia poi così mal vista dalla gran massa degli Italiani?
    Non so, per quanto mi riguarda, nella mia precarietà non rimpiango per nulla di non essermi infognata nel tunnel della caccia alla cattedra, elemosinando supplenze o continuando a fare la studentessa a tempo indeterminato alla Sis.
    Però, cazzo, non è che sono un po’ troppi quelli di noi (scolarizzati della nostra generazione) che hanno a lungo pensato alla scuola come un gran materasso anti-caduta alternativo come possibile posto di lavoro (con buona pace della vocazione che per forza ci vuole a fare l’insegnante?)

  4. Io credo soltanto che il ritorno al maestro unico sia dovuto al fatto che non ci sono piu’ soldi per pagare gli insegnanti.
    Lapreparazione che davano3 maestri era ottima e non so se un maestro da solo riuscira’ afarlo .

  5. Condivido, in parte, alcune affermazioni di Daisy (e le faccio i complimenti per la nuova connessione ADSL, che l’ha fatta tornare tra di noi:-) in merito alla scuola come “contenitore di ambizioni mancate” e “ultima spiaggia”, ma ritengo che un discorso del genere potrebbe essere applicato a quasi tutti i mestieri.
    Mi spiego: il lavoro che faccio adesso, benché più gratificante di molti altri, è solo un palliativo per non essere riuscita (ancora?) a fare quello che avrei voluto.

    Il discorso sulle intenzioni lascia il tempo che trova!

    Qui si parla di una struttura e dei suoi dipendenti che rischiano il posto, di promesse di miglioramento seguite, invece, da manovre autodistruttive, di una qualità della scuola che non si avvicina nemmeno lontanamente alla media europea e di strutture che erano fatiscenti già ai tempi in cui studiavo io.

    Per anni, poi, ci hanno raccontato che il nostro sistema scolastico era uno dei migliori (????). Io che ho studiato all’estero, come chiunque altro abbia fatto la mia stessa esperienza, posso confermare che è solo la solita bufala demagogica tipica italiana che serve a vendere i nostri fallimenti come successi made in Italy (abbiamo il cibo migliore! abbiamo le scarpe migliori! Abbiamo l’aceto balsamico! Abbiamo la tv migliore! ecc.)

    La ministra Gelmini, tanto ansiosa di diventare avvocato da barare all’esame di stato, avrebbe dovuto ‘studiare’ di più il problema scuola e passare meno tempo dal coiffeur.

  6. A parte il fatto che “ai tempi in cui studiavo io” non è poi così lontano, mia cara, io non facevo solo un discorso sulle intenzioni, bensì piuttosto sulla dignità (e perchè no sul compenso) della classe insegnante.
    Possibile che uno dei lavori più umanamente significativi, più socialmente determinanti e che richiede al massimo grado la capacità di mettere in sinergia competenze e contatto umano, sia declassato a professione di ripiego, di cui magari vergognarsi di fronte a piccoli arroganti figli di papà (stronzi) che possono sbatterti quotidianamente in faccia quanto poco conti, quanto tu sia intercambiabile e quanto poco tu guadagni rispetto al papi con il suv, le vacanze a Sharm e il telefonino di ultima generazione?
    Secondo me, lo scandalo della scuola italiana è tutto lì, molto più che nelle strutture fatiscenti o nella (giusta) caccia ai (tanti) imboscati.
    Posto che comunque sarei cauta nel ispirarmi all’estero (dipende dove… tipo negli Usa, che ti laurei se giochi a basket anche se non sai leggere, e che studia solo chi ha soldi…), l’unico faro che secondo me andrebbe seguito è mettere l’istruzione al primo posto in qualsiasi agenda politica. Altrimenti non se ne esce…

  7. Daisy: sacrosanto quando dici che l’istruzione andrebbe messa al primo posto, ma io ci aggiungerei anche il merito, che in Italia non sappiamo nemmeno più cosa sia.

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