Ritorno al futuro e libertà

Al contrario dei nostri nonni, noi siamo nati democristiani e moriremo fascisti.

19 commenti su “Ritorno al futuro e libertà”

  1. Le ideologie sono morte (“Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…” cantava Gaber) e in questa marmellata le idee sono così confuse che penso sia veramente difficile capire come moriremo.

    Provo ad ipotizzare: se il governo dovesse cadere domani, credo che schiatterei dalle risate.
    Se resisterà ancora per qualche tempo, presumibilmente creperò per la vergogna.
    Se dovesse tirare avanti ancora per qualche anno più probabilmente in molti moriranno di fame.

    http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/Libri_2010/rapporto_poverta2010/sintesi.pdf

  2. Caro Ivan, presupponendo che tu sappia che l’Italia è stata fatta il 17 marzo 1861 (con proclamazione del Regno d’Italia) credo che tu non ti riferissi a quei “vecchi” che oggi avrebbero la veneranda età di circa 150 anni. Comunque quello era il Risorgimento, che con il fascismo c’entra ben poco.
    Se invece avevi in mente coloro che fondarono Repubblica Italiana, ti volevo dare una notizia: già nel ’43 il duce era stato sfiduciato e sostituito con Badoglio. Il 2 Giugno 1946 seguì il referendum con la proclamazione della Repubblica e, guarda un pò, il primo presidente della Repubblica fu Enrico de Nicola (Partito liberale) mentre il primo presidente del consiglio fu De Gasperi (DC). Ma dei fascisti non c’era (almeno in apparenza) più traccia. Quindi, per curiosità, a chi ti riferivi?

    p.s. Scusa Dania se ti ho infestato il blog con dei commenti chilometrici, ma certe affermazioni mi fanno crollare le balle mi crollano peggio di una casa di Pompei…

  3. MIO NONNO,CLASSE 1907 è CRESCIUTO FASCISTA,PERCHè ERA COSI,O ERA COSI. POI,UNA VOLTA GRANDE,HA LAVORATO COME COSTRUTTORE A MILANO,PER UNA VITA. QUANDO ERA MOLTO ANZIANO,RIMPIANGEVA IL PERIODO FASCISTA…

  4. Cilavegna, patria dell’asparago, nella Lomellina profonda, non sopporta più – da destra – la targa in Municipio per il sindaco della Liberazione Pietro Omodeo Zorini, detto Lenìn. Proprio con la ì accentata, alla emiliana. Proprio come, in altri nostri paesi, con l’eco della rivoluzione del 1917 in Russia, la gente affamata invocava la salvezza con quella ì. Coltivava il mito popolare, l’illusione. Con la semplicità di chiedere un aiuto, di sognare, di sperare. Lenìn e tutti quelli come lui meritano rispetto.

  5. "Ho troppo stima per l’intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare contro il proprio interesse"
    S.B.
    Quella frase del Premier mi è rimasta scolpita nella mente, perché è l’unica cosa che abbia detto che io condivida.
    Nell’attuale panorama politico italiano votare per chiunque equivale a tirarsi la zappa sui piedi… un’altra volta.
    Che quelli che stanno lassù menino, brighino, beghino ed infine si ritrovino tutti seduti a mangiare allo stesso tavolo è assodato, ciò che mi preoccupa è che chiunque salirà al potere si ritroverà (consapevolmente) inserito in un contesto nel quale si sentirà legittimato – visti i precedenti – a fare qualunque cosa gli aggradi, visto che la gente è abituata a sorbirsi le melliflue fandonie di politici intoccabili e capricciosi e che bastano i mondiali o l’omicidio di turno per far volgere lo sguardo altove.
    Chi è causa del suo mal, pianga sul cesso.

    Questo commento è stato originariamente inviato su: : Paedrae’s Blog : :

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