Aspettami lì

E sì, avevi ragione.

Respiro dopo respiro, come in quel film che ti piace tanto.

Si sopravvive a tutto, ai lutti, agli abbandoni, ai rifiuti, agli amori finiti, agli amori non corrisposti.

Avevi ragione a dire che continua a fare male, ma che poi ci si abitua, ci si affeziona al nostro dolore e stiamo lì per tanto tempo a misurare quanto riusciamo a reggere, quando possiamo premere sulla ferita fino a raggiungere il limite della sopportazione.

Avevi ragione a dire che quelli come noi non riescono a odiare, ma nemmeno a dimenticare, vogliono capire e cercando di capire si fanno ancora più male, si prendono sulle spalle tutto il peso del mondo, lasciano gli altri vivere mentre loro scavano per trovare le cause, per trovare l’inizio della matassa che blocca la gola.

Avevi ragione a dire che ho fatto le cose giuste e ho sbagliato comunque e che bisogna perdonarsi e che poi non c’è più nulla da fare e non ci saranno seconde occasioni, ma solo nuove occasioni.

Avevi ragione a dire che certe persone ci fanno male, nonostante ci abbiano fatto stare bene, che bisogna imparare a chiedere, a cambiare, a concedersi tempo, tutto quello che ci serve.

Avevi ragione come se avessi già percorso questa strada, quasi fino alla fine.

Vuol dire che non ci sono troppi pericoli più avanti.

Aspettami lì.

20 commenti su “Aspettami lì”

  1. Sei brava Dania… Ci sai fare con la tastiera. Per quanto poco possa valere il parere di uno sconosciuto lettore, ci tenevo a fartelo conoscere.
    Complimenti.
    Ste’

  2. Complimenti.. Quello che scrivi arriva diretto.. E con quel pizzico di ironia e sarcasmo che serve. Un saluto.

  3. Ti leggo da un po’ e ho pensato spesso che i tuoi post si adattassero perfettamente a me. Ma questo mi sembra cucito addosso, rispecchia perfettamente gli ultimi mesi della mia vita. Mi piaci, Dania, anche se avresti dovuto dare una testata alla D’Urso, imho…

  4. “Avevi ragione a dire che quelli come noi non riescono a odiare, ma nemmeno a dimenticare, vogliono capire e cercando di capire si fanno ancora più male, si prendono sulle spalle tutto il peso del mondo, lasciano gli altri vivere mentre loro scavano per trovare le cause, per trovare l’inizio della matassa che blocca la gola.” Porco cane…è impressionante leggere qualcosa che ti tocca così a fondo. Mi sento un pò meno differente, un pò più “in compagnia”. E buona compagnia…bellissimo post, come sempre.

  5. Io mi rendo conto che quello che sto vivendo è qualcosa di comune, che forse non avevo mai vissuto in maniera così razionale. Forse a vent’anni soffri per amore, ma ci pensi meno. Adesso devo proprio capire e scriverlo e non ci sono parole gesti, solo perifrasi, che però fanno parte di una verità diffusa.
    Appartenere a questa condivisione fa bene, fa molto bene.
    Significa che è naturale quello che vivo e le cose naturali, anche le catastrofi, succedono senza colpe, distruggono, ma poi fanno nascere cose nuove.

  6. si e’ vero spesso anzi quasi sempre, i dolori sono come gli tsunami..inaspettabili.tu ti chiedi cosa hai fatto di male x meritarti quello che ti sta capitando ma non c’e’ una risposta precisa ,se facevo se dicevo ..se, se, se … forse doveva andare cosi’ .
    quando ho letto il post,che e’ una risposta a quello che mi stavo chiedendo, ho capito che la regola della sincronicita’ di jung e’ peroprio vera! e allora ho capito che stavo guarendo,meno male … ( non da un amore ma dal tradimento di un’amica..)

  7. mi sembra di sentire le canzoni di eros dopo che michelle l’ ha mollato…….anni di sfrancicamenti tremendi! su con la vita! allegria!:D

  8. Mi aggiungo al coro comune del “è così, è ora”. Noi cuori kamikaze che non odiano, accettano ma vogliono capire e hanno perfetti discorsi in testa sul prima e sul dopo. Eh si, a 20anni è diverso magari ti disperi con + clamore, ma alzi la testa con sana curiosità e l’orgoglio di chi si sente il tempo ai piedi. Ora fai conti con pezzi di vita + profondi, cassettiere a metà e vita di chi ha fatto abbastanza strada con te da sapere come metti un piede avanti all’altro. Cammini anche da sola ma ti ricordi tutti i passi che hai fatto.

    E pensare miss che questo blog mi sembrava altro da un pezzo sincero di anima a suo tempo, il caso che non esiste mi ha riportato qui a ricordarmi che quello che non ci piace o ci infastidisce lì fuori parla sempre di una parte di noi.

    Un abbraccio
    Stè

  9. quanto c’è di vero in quello che dici!!!….vorrei essere, per me stessa, quella persona che ha già percorso la strada, così potrei rassicurarMI e ripeterMIi “marty tranquilla non corri nessun pericolo” :p

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