Scrivo queste righe di notte, quando ormai nessuno legge più, perché impegnato a vivere la sua vita o a immaginarne una.
Scrivo con tre birre medie e un bicchiere di rum in corpo, che ti aprono la mente e ti rimescolano le budella, che ti fanno sentire vivo e disperato, disperato e pronto a tutto, pronto a tutto e coraggioso.
Scrivo per dirti che avevamo una cosa che non si era vista mai e che non è andata, che eravamo due che nemmeno nei romanzi più arditi potevano stare insieme e c’eravamo, che potevamo costruire castelli che le principesse fighe di legno se li sognano, che bastava allungare una mano per toccare il paradiso.
E invece no. Perché i fantasmi degli amori passati non ci lasciano, perché io ho il coraggio che tu non hai e forse è solo incoscienza, perché forse non mi ami abbastanza, perché a volte è più difficile rinunciare che accontentarci.
Fuori sta piovendo di brutto e io non avevo l’ombrello. Sono tornata a casa con gli anfibi e il parka zuppi di pioggia. Ti avrei scritto come mi sentivo, ma tu non eri già più.
Domani è venerdì e devo ricominciare tutto. Da capo. Tutto.
Da capo.
Tutto.
Sei cosi struggente con l’anima nuda…
ricordati solo di non sprecarti di nuovo così facilmente col prossimo che incontrerai.
ricordati di essere esigente
Alla fine è così ogni volta, per tutti. In mancanza di unicità, di eccezionalità, tanto vale fregarsene.