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I cinque migliori consigli per superare la prova costume senza troppi problemi (psicologici)

Con l’arrivo dei saldi sono andata a provarmi dei costumi da bagno.
Questa frase da sola basterebbe già come “storia triste”.
A cinque mesi dal parto, causa fame mostruosa da allattamento, mi ritrovo ancora una bella panciotta cicciotta poco attraente e una sana antipatia per tutte le Belen e le Bianchebalti piattissime a tre settimane dallo sfornamento.

Impacciata nelle mie nuove forme, eccetto le tettone, che sfoggio senza pudori, ho quindi attinto alla saggezza di amiche, conoscenti e parenti per affrontare il ritorno in spiaggia serenamente.

Ecco, quindi, i cinque migliori consigli per superare la prova costume senza troppi problemi (psicologici), se sei tra le (s)fortunate che non sono ancora andate a mare.

#1 Costume intero:
comprime, sagoma, sostiene e, soprattutto, è tornato di moda. Considerata l’ampia offerta, l’importante è trovare il modello con la stoffa nei punti giusti e scartare i monokini che fanno l’effetto porchetta avvolta nello spago.
Unica controindicazione, il limite all’abbronzatura e l’effetto zebra.

#2 Pareo:
la tecnica antica, già utilizzata dalle nostre mamme e nonne, prevede di indossare il pareo per qualsiasi spostamento in spiaggia e toglierlo soltanto una volta stese sul lettino e sull’asciugamano (perché distese siamo tutte ventri piatti). È un capo versatile, pratico e spesso anche molto bello, a patto che tu non sia negata completamente come me nell’arte dell’annodatura.
La sola controindicazione è che se vuoi fare il bagno senza, devi correre come Bolt e lanciarti in acqua per non far notare le tue forme.

#3 Tintarella di luna:
la soluzione cantata da Mina è perfetta per evitare di esporre un corpo che ti fa sentire a disagio nelle ore più affollate. Vai in spiaggia dopo il tramonto. E magari portati un sacco a pelo, perché a volte arriva il freschetto.
Controindicazione, i falò e le schitarrate. Un tempo cantavamo Battisti e Baglioni, adesso devi sorbirti Benji e Fede.

#4 Digiuno:
se inizi adesso, magari perdi qualche etto prima delle ferie.
Controindicazione, puoi resistere al massimo 40 giorni.

#5 Montagna:
ma perché ti ostini a voler andare al mare? Fa caldo, c’è troppa folla, le zanzare, gli scemi con i racchettoni, Despacito al massimo volume tutto il giorno, l’odore di frittura di paranza, la sabbia nelle mutande. Vattene in montagna e hai risolto.
Unica controindicazione, potresti prendere molta più ciccia, perché ad alte quote si mangia (e si beve) molto bene.

E se proprio nessuno di questi ottimi consigli fa al caso tuo, prova a mettere in pratica il mio preferito, più difficile, ma di sicuro effetto: fregatene della linea perfetta! Ma hai visto i fisici attorno a te? Tutti abbiamo le nostre imperfezioni, che raccontano la storia del nostro corpo. E tutte le storie sono interessanti perché sono uniche.

 

La prova costume emozionale

Ho sempre peccato di scarsa autostima, anche nei momenti in cui riscuotevo maggiori apprezzamenti e successi. Sono sicura che indagando nella mia infanzia, negli anni torturanti della scuola o nelle mie prime e imbarazzanti relazioni affettive con l’altro sesso, potrei trovare risposte alle origini questa mia forte carenza di fiducia. Ma credo che il tempo dell’analisi tolga tempo al migliorarsi. Credo sia più importante capire come superarmi e credere in me stessa che continuare a dare la colpa di ogni mia debolezza a qualcuno e qualcosa che forse – mi auguro – non tornerà più.
Ho iniziato, quindi, un estenuante corteggiamento per sedurmi, per riuscire ad amarmi di più. Che prevede farmi complimenti davanti allo specchio, dedicarmi cure e attenzioni, non fare quello che non mi va di fare (se non necessario), evitare persone e situazioni sgradevoli, indossare soltanto abiti con cui mi sento a mio agio, mangiare una cosa buona se mi va e non sentirmi sbagliata per una frittura di pesce. E poi, vivere la palestra come uno sfogo e un divertimento e non come un obbligo, non rispondere al telefono, se non ho voglia di parlare, scrivere quello che vorrei leggere e non quello che mi aspetto gli altri vogliano leggere, cantare ad alta voce ogni volta che posso, portare i tacchi solo se lo desidero, smettere di accettare qualsiasi collaborazione per paura che un giorno non ci sia più lavoro, essere risoluta di fronte alle ingiustizie, mandare al diavolo i cafoni, rifiutare lavori al di sotto delle mie possibilità, circondarmi di amici senza doppi fini, provare a dire alle persone a cui tengo di più che vogliono loro bene.

L’ultimo punto è il più difficile di tutti e portarlo a termine, per un orso come me, è un po’ come superare la prova costume il primo di giugno.

Sono una persona migliore di quello che credo e posso riuscire a fare qualsiasi cosa. Lo so.
Quello che, forse, mi frega è che sono anche pigrissima. Ma su questa sfumatura lavorerò nei prossimi anni.