Chi ben comincia

I momenti che preferisco di più nella vita sono quelli in cui inizio a realizzare progetti.

Amo le startup personali, quelle in cui organizzo le mie risorse, azzardo, provo a credere in me stessa, festeggio ogni piccolo traguardo, sbaglio, piango, mi perdono l’errore (a fatica) e vado avanti.

Sono i periodi più felici e quelli più disperati, in cui mi sveglio la mattina in lacrime e vado a dormire sbronza e sorridente.
Sono i periodi di più grande emotività, quelli in cui ho voglia di parlare con le persone, di vederle, di toccarle, di sentirle in continuazione, di spiegarmi e farmi spiegare, di abbracciarle, di capire se posso fidarmi di loro, di capire se ho fatto bene a tenerle distanti, se ho fatto bene a farle entrare così tanto dentro di me.
Sono i periodi in cui sono più molesta, più cacacazzo. Però divertente.
E sono i periodi di cui ho più paura, perché quando il progetto partirà, quando il dado sarà tratto, sarà il momento di capire se sarò all’altezza, se ce la farò davvero, se sarò abbastanza adulta, se potrò sopravvivere a un sì o a un no.

Vorrei potermi fermare al progetto, un attimo prima che sia definitivo, per poter modificare, ripensarci, aggiustare, migliorare, tornare indietro, rifare tutto, riprovare all’infinito.

Vorrei poter essere una startup perenne, nella vita, nel lavoro e in amore. Avere sempre l’entusiasmo dell’inizio, avere sempre la certezza che posso riprovarci, posso ricominciare.

Vorrei essere come Penelope, disfare la mia tela di notte per essere obbligata a ripartire dall’inizio e non finire mai.

Vorrei essere meno pigra e meno spaventata, perché, come dici tu, solo quando avrò smesso di progettare e mi sarò buttata nella mischia potrò abbandonare i miei fantasmi passati e vivere davvero la mia ennesima vita nuova.

16 commenti su “Chi ben comincia”

  1. “Vorrei poter essere una startup perenne, nella vita, nel lavoro e in amore”. Quanto è vero Dania! Grazie per mettere per iscritto i miei pensieri inespressi e quelli di molti altri. Un abbraccio.

  2. E’ la differenza che passa dall’innamoramento all’amore. Dalla rivoluzione alla istituzionalizzazione. Dal rooso fuoco al blu di Prussia. Dal tacco 12 alla diplomatica. Ma il secondo sarà solo se c’è il primo. Benvenga il primo, sempre e comunque. In bocca…

  3. è la tua bellezza e la tua grande forza.
    la tua principale dominante.
    se non fossi così, non saresti tu.
    quindi, anche se ti senti inquieta, sbagliata, agitata, incapace di smettere di progettare, va bene così.
    va
    bene
    così.

    Lilla

  4. i giorni in cui tu ti senti più forte, e mi sproni, sono quelli in cui io sono più debole. ci alterniamo, e da anni, su una triste ma irrinunciabile frequenza, ci avvicendiamo in simili vicende crude.
    oggi sostienimi tu, che domani lo farò io.

  5. …ah si vivesse solo di inizi
    di eccitazioni da prima volta
    quando tutto ti sorprende e
    nulla ti appartiene ancora
    penseresti all’odore di un libro nuovo
    a quello di vernice fresca
    a un regalo da scartare
    al giorno prima della festa
    al 21 marzo al primo abbraccio
    a una matita intera la primavera
    alla paura del debutto
    al tremore dell’esordio
    ma tra la partenza e il traguardo
    nel mezzo c’è tutto il resto
    e tutto il resto è giorno dopo giorno
    e giorno dopo giorno è
    silenziosamente costruire
    e costruire è potere e sapere
    rinunciare alla perfezione…
    Niccolò Fabi

  6. Smettere di progettare? E perché mai. Da quello che si legge tra le tue righe sei ancora tanto arrabbiata, invece. Io adesso non so se proietto come sempre o se anche tu sei così davvero ma i tuoi fantasmi andranno via quando non vivrai più con tanta rabbia dentro e facendo cose contro gli altri ma per te stessa. Alla fine le cose contro sono solo contro di te. Non ne vale la pena.

  7. di rabbia e fatica di vivere. la tua rabbia non si vede in questo post pieno di entusiasmo ma in altre cose che scrivi spesso. almeno così percepisco io. ma mi sarò sbagliata.

  8. Ricominciare sempre, solamente per la paura di vedere come andrà a finire. Per la paura di scoprire che si ha fallito. Non per rimettersi in gioco, ma per sfuggire dagli errori che spesso (troppo spesso) si compiono. Smettila di scappare, affronta le cose che fai fino in fondo. Non delegare ad altri la sofferenza dei tuoi errori, è una mancanza di rispetto, ed una gran forma di egoismo!

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