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Ricominciare a camminare

Mi sono accorta di camminare sempre dallo stesso lato della strada. Seguo lo stesso percorso, calpesto lo stesso marciapiede, svolto negli stessi angoli, sfioro gli stessi muri.

Lo stesso lato della strada mi fa sentire protetta, mi dà fiducia, mi rilassa. Le abitudini mi salvano dal disordine dei miei desideri, dal caos dei bisogni, dal dolore sottile delle scelte azzardate.

L’altro giorno ho cambiato lato. Ho attraversato la strada per camminare nell’altro punto di vista. C’erano negozi che non avevo mai notato e bar e macchine parcheggiate e portoni grossi di legno e alberi sofferenti e persone.

Era bello, l’altro lato della strada, e diverso, insolito. Era una piccola novità che mi ha messo allegria. Era il nuovo imprevisto.

Alla fine sono arrivata nello stesso identico punto in cui arrivo con la strada vecchia. Ma ci sono arrivata diversamente. E anche io mi sentivo diversa.

In questi giorni faccio fatica ad attraversare la strada. Sono pigra e spaventata e indecisa e insicura e perplessa.

Basterebbe un altro punto di vista per stare bene. Attendere che il semaforo diventi verde, mettere una gamba dietro l’altra, raggiungere l’altra sponda e ricominciare a camminare.

Poi qualcosa arriverà

Mia madre mi ha sempre detto che tutto ciò che ci succede possiamo imparare a superarlo e quando pensi non ce la faccio, non ce la faccio, non ce la faccio, se poi resisti, ti accorgi che oh, ce l’ho fatta, è già alle spalle, non mi resta che allontanarmene e riprendere la strada. Mia madre dice che le cose passano e che bisogna pensare sempre a quello che resta, non a quello che è andato.

Allora oggi passeggiavo e pensavo alle cose che mi restano e poi pensavo che stare sola mi piace e non mi piace, che di quella che ero non è rimasto molto, ma è rimasto il giusto, che molte persone sono a disagio con me, che tante altre sono la mia nuova famiglia. Pensavo che fa ancora caldo per essere dicembre e io ho comprato un albero di Natale bianco e non so ancora cosa farò a capodanno, ma so che, a differenza dell’anno scorso, non piangerò, non avrò un mattone all’altezza dello sterno, non avrò sensi di colpa, non avrò rimpianti. Pensavo che il vecchio ti resta addosso solo finché non hai il nuovo a scaldarti e ti trascini dietro ricordi più per abitudine che per compagnia. Pensavo che manca un mese al mio compleanno e per la prima volta in vita mia non ho paura di invecchiare. Pensavo che è tutto perfetto, perché non ho niente da perdere e quando non hai niente da perdere sei davvero libero.

Mia madre mi ha sempre detto che tutto ciò che ci succede possiamo imparare a superarlo e possiamo imparare ad aspettare e poi il bello arriverà.

C’è ancora così tanto tempo che mi siedo qui, bevo un bicchiere di vino e aspetto.