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Cose che ho capito in viaggio e che farei bene a ricordare più spesso

Esistono persone che ti vogliono bene sempre, qualunque cosa ti succeda, qualunque scelta tu faccia, qualunque errore tu compia, in qualunque essere umano tu ti trasformi.

Esistono persone a cui vuoi bene sempre, nonostante i chilometri che vi separano, il tempo lunghissimo passato lontani, le vite che diventano sempre più diverse, i capelli bianchi che si nascondono tra le chiome nere.

Bisognerebbe prendere più aerei, guidare di più, raggiungersi, parlare di più, ma molto di più, stare abbracciati, raccontarsi quello che abbiamo dentro e che non possiamo dire a nessun altro, proprio a nessuno, bere di più, guardare più tramonti, mangiare più spesso insieme, scambiarci più spesso i libri, essere più spesso fratelli come lo eravamo anni fa.

Nessun posto è così lontano per nasconderti da te stesso.

Vedere luoghi meravigliosi, mangiare pesce sulla spiaggia, fare il bagno nelle lagune d’acqua dolce, bere caipiroska sulla sabbia, correre sulle dune con il Dune Buggy, ascoltare la musica, sempre, ridere, ricordare i tempi belli, camminare sotto al sole, fermarsi a parlare con gli animali come se ci potessero capire, guardare la luna piena, preparare il caffè e guardarsi in silenzio, perché non serve aggiungere altro. Queste cose fanno stare bene.

Il mondo è pieno di possibilità, di differenze, di colori e sapori mai visti e provati, di persone che hanno dentro altri mille mondi, di milioni di idee, di occasioni infinite.

Anche da adulto sei impotente di fronte alle disgrazie e quando capitano alle persone care ti senti come un ragazzino. Non puoi fare altro che dire “io ci sono sempre”.

Sbagliare ti obbliga a diventare migliore. Per poi sbagliare ancora. E diventare ancora meglio.

Quando diminuisce il dolore, quando passa la rabbia, quando passa il rancore, poi riesci a capire che verranno cose nuove. E che le cose vecchie sono andate e, giusto o sbagliato, non tornano. Che il passato non si cambia, nemmeno se ci ripensi in continuazione. Che a volte si ferisce senza volerlo, si soffre senza volerlo. Che chi ti ha fatto male, spesso sta male anche lui. Che ci saranno sempre le occasioni per perdonarsi. Che nessuno lo perdi per sempre. Che a volte un solo potente sorriso riesce a cancellare mesi di lacrime.

Nonostante la scorza che mantieni per proteggerti, in silenzio riesci ad augurare davvero a chi non c’è più di essere felice, anche senza di te.

Non abbiamo tutto il tempo, ma abbiamo ancora tanto tempo.

Essere felici è un lavoro faticoso a tempo pieno, che devi fare da solo e non puoi delegare a nessun altro.

Tutto il deserto

Sai cosa mi è tornato in mente?

Quella volta che volevamo partire per l’Africa e viaggiare sulle jeep e fermarci nei posti e parlare con la gente e mangiare con loro e poi arrivare in Mali e vedere il Festival au Désert e stare lì a ballare e ascoltare musica e vedere ancora l’alba nel deserto.

Quella volta che avevamo comprato le mappe e le tenevamo in camera tua e avevamo pianificato e pensato a quanto avremmo dovuto risparmiare e mettere da parte e che tu non ti saresti comprato la vespa nuova e io avrei spostato la fine degli esami.

Quella volta che abbiamo detto facciamolo, ma ci pensi che figata e poi staremo attenti, non correremo pericoli, eviteremo i confini instabili, aiuteremo la gente, ci faremo aiutare, impareremo e ascolteremo.

Poi non siamo partiti e dicevamo lo faremo dopo, quando avremo tempo, quando anche tu ti sarei laureato e poi quando avremmo trovato un lavoro e un po’ di soldi e poi quando avremmo avuto le ferie e quando i nostri amori sarebbero stati disponibili e quando sarebbero finite le rogne e i disagi e i grattacapi.

Poi non siamo partiti e abbiamo smesso di parlarne.

Oggi mi è tornato in mente quel viaggio mancato e tutta quell’Africa che non abbiamo visto e tutto il deserto che ci è cresciuto intorno e tutta la musica speciale che non abbiamo ascoltato.

Ci ho pensato un po’, poi ho preparato il caffè.