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Libri e social media: la strana coppia

Il tempo che sprechi passi su Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest, può aiutarti a stimolare la lettura? E a vendere più libri? E a scriverne?

Ne abbiamo parlato alla Social Media Week, con Barbara Sgarzi, Stefano Izzo, Claudia Consoli ed Edoardo Brugnatelli.
E abbiamo capito che sì, certo, no, boh, c’è molto lavoro da fare.

Vi posto il video dell’intervento completo. Io sono quella vestita da intellettuale con le occhiaie.

Buona visione.

Precarie moderne

Quando ho iniziato a scrivere il blog, era da poco in vigore la Legge 30/2003 (Legge Biagi), ero laureata da un anno e collaboravo con l’università di Venezia.

Il mio primo contratto portava la dicitura contratto di prestazione d’opera intellettuale occasionale e la cosa mi lusingava moltissimo.
Me ne vantavo anche con gli amici ancora studenti, in osteria.

Mesi dopo, l’Ateneo ha trasformato la mia preziosa opera intellettuale in una collaborazione coordinata e continuativa.
Poi, sono diventata una collaboratrice a progetto.

Dopo qualche anno ho lasciato i progetti cafoscarini. Ho collaborato con enti culturali, qualche società di promozione e organizzazione di eventi, l’amministrazione dell’università di Padova, un paio di produzioni cinematografiche e teatrali e un call center bancario.

Raramente, intervallavo i co.co.pro con assunzioni a tempo determinato.
Poche volte mi hanno pagato le ferie, una volta soltanto la malattia.
Due volte mi sono licenziata prima della scadenza del contratto.

Sono stata due volte in Sudamerica, per un totale di più di 4 mesi, a cercare fortuna.

Sono stata citata sui giornali, sono stata ospite in qualche radio, sono stata intervistata da alcune testate online.

Mi hanno promesso collaborazioni prestigiose, successo, fama, libri, assunzioni, la luna.

Mi hanno chiesto, spesso, in cambio, prestazioni sessuali.

Ho chiesto sempre, prima di concedere prestazioni sessuali, qualità e durata del contratto.

Attualmente, sostituisco una maternità in una piccola azienda padovana.
Il mio contratto durerà solo fino a quando un piccolo padovano sarà stato svezzato.

L’allegria che avevo nei miei primi post sul mondo bizzarro del precariato è, a distanza di anni, più amara.
Con il tempo precaria è diventata la mia qualifica.

Non avere nulla a tempo indeterminato, però, fa di me, ancora, una giovanissima.

Da ieri, oltre ad essere giovane, sono anche una Donnamoderna.

Le faremo sapere è il mio nuovo blog, in collaborazione con Donnamoderna, inserito all’interno della sezione Il successo nel lavoro, nel nuovo portale.

Il blog parlerà di lavoro, precariato, tacchi a spillo e sopravvivenza professionale.

Ringrazio tutte le ragazze (e i ragazzi) moderni per avermi dato la possibilità di amplificare il mio grido disperato, nel deserto del mondo del lavoro, contro la precarietà della vita moderna.

Per il resto, vi faremo sapere.

Le faremo sapere