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Mondi nuovi

A vent’anni gli altri sono mondi nuovi. Le persone ti sorprendono, ti insegnano, ti mostrano le cose che non avevi mai notato. E se ti deludono, lo fanno in maniera nuova, in modi che non avevi mai visto né provato. A vent’anni le persone sono prime volte, da gustare, da scoprire, anche quando sono orribili e fanno male.

Crescendo impariamo a capire, a proteggerci, a prevedere. Gli altri diventano categorie, li capiamo con un paio di sguardi, soppesiamo la prima impressione, selezioniamo quelli che ci piacciono e ci somigliano.

Da adulti, gli altri sono linguaggi decifrabili, sono libri da leggere, anche quando sono noiosi o faticosi. Alcuni sono repliche di persone già incontrate, già amate, già lasciate.

È sempre più raro che le persone ti sorprendano quando diventi maturo e corri verso gli ‘anta, tuo malgrado. Eppure accade, in circostanze molto fortunate, di inciampare in due occhi che sono pianeti completamente nuovi, mai visti, mai provati. Incontrare una persona che non riesci a decifrare, alla mia età, è un evento che scuote, è un terremoto, è uno tzunami.

E cerchi di capire e di inquadrare e di cogliere somiglianze e trovare una chiave di lettura e non c’è nulla che possa aiutarti a comprendere la persona speciale. Puoi solo viverla per conoscerla.

È bello e spaventoso stupirsi di un altro. Un altro tanto unico che non ne avevi conosciuti mai così. Un altro che ti ha costretta a usare parole nuove. Un altro che non vuoi perdere. Un altro che diventa una prima volta che conserverai per sempre nella memoria, come il biglietto di quel concerto nascosto tra le pagine del vecchio diario, che sbuca fuori all’improvviso e ti ricorda quanto è bello vivere.

Saperci leggere

Mi innamoro spesso dei libri.

Li sfoglio e ci leggo la mia vita, proprio uguale, e mi ritrovo a Praga, in Cile, a Mosca, in una stanza chiusa, in un ristorante di Roma, in un ufficio di Tokyo, nel tribunale di Napoli, in una milonga di Buenos Aires, in una casa in affitto, in un hammam, in alto mare.

Sono sempre io, che dico parole mie, che penso pensieri miei detti da altri, che vivo la vita mia vissuta da altri, che piango, che rido, che mangio, che scopo, che muoio.

Mi piace far leggere i libri che adoro alle persone che amo.

Non li presto mai, li ricompro nuovi e glieli regalo. Alcuni li rileggo prima di regalarli, perché mi dico fammi controllare se dentro ci leggeranno proprio me, fammi verificare di essere ancora tra le pagine.

Ad alcuni non piacciono. Troppo difficili o troppo poco difficili.

E io mi chiedo a lungo come puoi non aver capito? Come puoi non averci letto quello che ci ho letto io?

Quando le persone che amo non amano i libri che amo mi sento ferita, tradita.

Però insisto e regalo libri ad altre persone e, a volte, quelle più inaspettate mi dicono grazie, grazie per aver condiviso con me questa storia, grazie per avermi fatto entrare dentro queste parole, perché sono belle, perché fanno male, perché fanno bene.

Allora sono contenta e mi dico che è bello amare persone che sanno leggere come me.

A volte penso che anche noi siamo come i libri: non tutti riescono a capirci, non tutti riescono ad amarci.

Come quella volta che tu, che sei arrivata e poi sparita, mi hai detto che sono troppo difficile da amare.

Però insisto e mi regalo ad altre persone.

Perché nessuno è un libro sbagliato se trova qualcuno che lo sa leggere.

 

Il cambio di stagione

Cambiare vita è come cambiare gli armadi a inizio stagione.

È un cambio di stagione emozionale.

Alcune cose, alcune persone le tieni, vanno bene per tutti i periodi, continuerai a indossarle, forse, per tutta la vita.

Altre le butti via o le regali, spesso a malincuore, perché non ti vanno più bene, ti vanno strette, ti vanno larghe, ti cadono troppo male.

A volte ritrovi nel fondo di un cassetto cose o persone che avevi dimenticato, ma che ti piacevano così tanto, allora le rimetti all’aria, decidi di indossarle nuovamente, le porti con allegria.

Altre che ti stanno male, che ti fanno male, ma che ti sono costate così care, le chiudi in un baule, provi a dimenticarle, ma non le butti via, perché prima o poi, lo sai, vorrai indossarle ancora o solo guardarle e toccarle, per sapere che, un tempo, sono state così tanto tue.

Cambiare vita è un faticoso lavoro di rimettere in ordine, togliere, rammendare, lavare e stirare le cose e le relazioni.

Svuotare gli armadi e riempirli di colori nuovi.

E la cosa meravigliosa è che, per riempire di cose belle e nuove i tuoi vecchi armadi, non hai nemmeno bisogno della carta di credito.