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Sono pronta a nuovi ricordi

Ti capita mai, a distanza di anni, di metterti ad analizzare eventi e situazioni e, di colpo, capire, vedere tutto più chiaro di come fosse tempo fa? Scoprire di esserti preoccupato per le cose sbagliate, realizzare che mentre pensavi di essere quello forte, te la stavano invece mettendo nel didietro, o invece renderti conto che una fuga è stata in realtà la migliore scelta della tua vita? Comprendere, finalmente, che chi pensavi di aver fatto soffrire magari – che ne so – ti aveva raccontato un sacco di balle, che chi credevi ti avesse spezzato il cuore in realtà era la persone più sbagliata per te, che i lavori lasciati e quelli tenuti, per fame, per passione o per paura, ti hanno fatto comunque sopravvivere fin qui?

A me capita, negli ultimi tempi, di ripensare spesso al passato e di capirlo, una volta per tutte. Grazie a una canzone, a una chiacchierata, a un’intuizione, a qualche pagina letta per caso, alla fatica mentre sudo in palestra, agli abbracci delle persone vecchie e nuove, ai film.
E quasi sempre è consolatorio capire le cose.
Anche scoprire di essere stata tradita.
Anche accorgermi di aver perso treni che non torneranno più.
Anche accettare di non essere stata all’altezza delle mie occasioni.
Perché, se riesco a guardare il bello e l’orrore con il distacco freddo di uno scienziato, vuol dire che l’ho superato, che almeno quei fantasmi lì sono stati spazzati via dalla soffitta del mio cervello e del mio cuore.

Mi capita di fare pace con il passato e la cosa mi fa stare bene. Sono pronta a nuovi sbagli, a nuove vittorie, a nuovi inizi, a nuove fughe e a tanti nuovi ricordi.

Scalo libri alla libreria Acqua Alta di Venezia.
Scalo libri alla libreria Acqua Alta di Venezia.

Le parole tue

Il primo anno di università ero diventata grande amica di Matteo.

Avevamo gli stessi gusti musicali, gli stessi gusti letterari, gli stessi gusti cinematografici.

Matteo diceva sempre cose bellissime che non erano parole sue, erano parole prese dai libri che amavamo, dai film che ci avevano fatto sognare, dalle canzoni che ascoltavamo dalla mia vecchia radio rotta, che avevo riparato con lo scotch e gli adesivi con la falce e il martello.

Passavamo ore al caffè in campo dei Frari, tra una lezione e l’altra, a emozionarci per quelle parole che sembravano fatte per noi, dette da noi, scritte proprio come se nella penna ci fossero stati i miei capelli neri neri e i suoi occhi grigi.

E tutti gli altri amici conoscevano quelle parole, le ripetevano, ce le cantavano, in quelle sere veneziane stanche di chitarra, canne, vino cattivo e splendidi vent’anni.

Una notte piena di bellissime parole, ci siamo baciati e siamo stati lì in silenzio, nel silenzio dei baci, tutta la notte.

Non ne abbiamo mai parlato e, ogni volta che ci tornava in mente, all’improvviso, ci guardavamo e stavamo zitti ad ascoltare il rumore leggero dei pensieri.

E poi sono passati i mesi e gli anni, Matteo si è fidanzato con una delle mie più care amiche dell’epoca. Penso fossero felici insieme. I nostri silenzi sono finiti, un giorno, così come sono iniziati e, lentamente, Matteo è sparito insieme ai vent’anni.

Ieri, mentre passeggiavo senza sapere dove andare, trascinandomi dietro le mie inquietudini mascherate dal volume alto della musica, la selezione casuale dell’iPod ha scelto una di quelle canzoni lì, quelle di tanti anni fa, piene di parole meravigliose che Matteo mi diceva tra le calli notturne, piene soltanto di luce di luna.

Ho pensato a lui, dopo così tanti anni, dopo così tanta distanza. E ho capito, infine, perché quella vicinanza perfetta, nonostante il nostro grande bisogno e desiderio, non è mai diventata amore.

A Matteo e me sono mancate le parole nostre, le parole pensate, scritte e dette da noi, le parole imperfette e forse sbagliate, le parole piccole, ma uniche, le parole che nessun altro poteva usare per l’amore, solo noi.

Nel timore che quella storia mai nata potesse non essere perfetta come le parole che amavamo, abbiamo semplicemente preferito non raccontarla.

Avrei voluto dire tutto questo a Matteo, ieri, dovunque lui fosse, dirgli che ho trovato le parole per dirti perché non abbiamo mai avuto parole, le parole che avrei dovuto dirti, che avresti dovuto dirmi, in quei silenzi infiniti, faticosi e immobili.

E ho pensato a lui ancora un po’, passeggiando per la città fredda. Poi la musica è cambiata e il ricordo si è allontanato e camminando ho ascoltato altre parole e ho pensato ad altre storie, alcune non scritte, altre abbozzate, altre finite e poche, pochissime perfette.

Semel in anno licet insanire

Da oggi fino al 16 febbraio, l’umida città di Venezia festeggerà l’arcinoto Carnevale.

Io vi parteciperò, durante la settimana, vestita da lavoratrice pendolare sull’orlo dell’esaurimento nervoso a causa delle orde di turisti e delle lunghe code per salire sui battelli.

Se hai deciso di passare in laguna per vivere l’emozione pagana della festa di Arlecchino, chiama il numero che trovi nella sezione contatti del blog. Potrebbe essere la tua unica occasione per dire: anch’io ho offerto una frittella a Dania!

Per chi se lo fosse perso, segnalo questo inutile (e per questo fondamentale) strumento che vi permetterà di chiedere alla dottoressa qualsiasi cosa vi passi per la mente. Con molta probabilità, lei risponderà a quasi tutte le vostre domande.

Ionesco sul vaporetto

La bassa: -Ad una mia amica è stato impedito di entrare in un bar perché era con il cane.
La mora: -Succede.
La bassa: -Sì, ma lei ha l’autorizzazione ad entrare ovunque con il cane!
La mora: -Se c’era un cartello, forse potevano impedirglielo.
La bassa: -Ma lei è cieca!
La mora:  -Ah be’, allora almeno il cane dovevano farlo entrare.

Laguna

La dottoressa Dania sarà a Venezia, per lavoro, dal 11 al 14 novembre.

In sua assenza, andranno in onda le repliche del blog, sfogliando l’archivio alla vostra sinistra.

Per donazioni, oboli, eredità e passaggi di proprietà, utilizzare i metodi di pagamento a lato.

L’ultimo chiuda la porta e butti il sacchetto.

Presenzialismo

Nonostante l’umore ballerino e la forma non esattamente smagliante delle ultime settimane, la dottoressa non si tira indietro e, partecipando ad alcuni eventi mondani, continua a dire la sua.

Riportiamo la registrazione dell’intervista alla nostra eroina insieme agli affascinanti Stefigno e Felter.

Ringrazia gigicogo per la gentile concessione

AGGIORNAMENTO: ci fanno notare che il video non si vede con Explorer.
Scusandoci per il disagio ci sorge spontanea la domanda: non sarebbe ora di cominciare a utilizzare un browser migliore, ragazzi?

Beati i perditempo

La dottoressa, nell’attesa di un’occupazione a tempo pieno, ha deciso di destinare buona parte delle sue energie all’arte che più la soddisfa: il presenzialismo.

Domani, sabato 19 aprile, sarà al Twittercamp, al parco scientifico Vega di Venezia.

Domenica e lunedì potrete trovarla, come consuetudine, ormai, da anni, al Far East Film Festival di Udine.

Chiunque si trovi nel raggio di 20 km da Dania si senta pure obbligato ad offrirle da bere (il numero di telefono è sempre lì, nella colonna sinistra del blog).